Eremiti
- Autore: Espedita Fisher
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Castelvecchi
- Anno di pubblicazione: 2012
Giacobbo è pazzo, il mostro di Loch Ness non esiste, due più due fa sempre quattro, ripeto - in forma di mantra - mentre procedo nella lettura del copioso & corposo “Eremiti” (Espedita Fisher, Castelvecchi 2012). Un modo come un altro per restare coi piedi per terra, al cospetto di un reportage popolato da apparizioni, eremi dell’Armonia Primigenia, vite illuminate, ex cantautori dediti al misticismo (Iuri Camisasca), che come le sirene di Ulisse sollecitano abbandoni trascendentali, solluccheri della mente, salvifiche rinunce all’io. Come se non bastasse quel tipino irresistibile rispondente al nome di Espedita Fisher con la penna ci sa fare davvero.
Da un libro-inchiesta di tale risma ti aspetteresti uno stile sobrio & misurato al punto giusto, speso all’insegna di “voli lontanissimi ed ascese imprevedibili” (copyright Franco Battiato, giusto per restare in tema), e invece ti ritrovi faccia a faccia con una forma zampillante, infarcita di ironia, scorci di autoanalisi, toni sapidi e leggeri al contempo, contraltare ideale al peso specifico (non indifferente) delle storie (bene, bravissima, bis!). Ciò che ne scaturisce non è dunque un libro di precetti per l’ascesi spirituale e nemmeno un manuale per neofiti e/o iniziati: al lettore l’ardua sentenza se crederci o meno, identificarsi con le tante ontologie estreme qui raccolte oppure interpretarle come sintomi di delirio a sfondo mistico. Sotto un profilo filosofico/antropologico mi sembra raccontarla lunga e bene l’introduzione al volume di Manlio Sgalambro, che scrive, tra l’altro:
“L’eremitaggio di oggi non è quello delle distese e pianure sabbiose: è interiore. Si basa sull’esigenza del singolo di ritrovare una via di conoscenza che lo disseti dall’imperante arsura di contenuti del mondo moderno. Il nuovo eremita non vive in una grotta, né in una baracca. Non caccia via il Demonio, ma tenta di scacciare le sensazioni che possono oscurare la propria mente”.
In altre parole, “Eremiti” è un saggio sullo spirito - serio, serissimo (anzi di più) - che si legge come un romanzo di formazione, intessuto com’è di vita autentica, ascese e cadute, sacri furori, ripensamenti e “rivelazioni”. Un viaggio fuori dalle rotte convenzionali della fede, con una giornalista che a tratti sembra uscita dalle pagine del diario di Bridget Jones e diversi coprotagonisti da quelle di “Vite dei santi”. Lo ripeto: a prescindere di come la si pensi in fatto di trascendenza, ritengo coraggiosa (meglio: ardimentosa) la scelta di misurarsi col proprio e con l’altrui degrè zero esistenziale. Se lo si fa nel modo piacevole e aggraziato della Fisher, ancora di più: può servire a ricordarci, di tanto in tanto, che siamo qualcosina di più del nostro fatturato. Che ne dite?
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