“Se le grandi masse fossero così trasparenti, così compatte fin nei singoli atomi come sostiene la propaganda dello stato, basterebbero tanti poliziotti quanti sono i cani che servono ad un pastore per le sue greggi. Ma le cose stanno diversamente, poiché tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà”
Una definizione attenta di colui che passa al bosco, ossia colui che diventa ribelle per tornare a godere della suggestiva libertà. “Trattato del ribelle” di Ernst Jünger è un’opera di continue metafore tra realtà e bosco selvaggio in cui i Lupi si ribellano al tiranno, differenziandosi tra greggi di sottomessi.
L’opera per quanto suddivisa in piccoli scritti, segue un suo filo narrativo continuo. Prevale l’intreccio, si ricorre spesso a riprendere in considerazione temi o figure trattate in precedenza per rinnovarle o paragonarle alle nuove. Il titolo della versione italiana, “Trattato del ribelle”, è in realtà un’interpretazione necessaria del reale testo tedesco. Infatti, in mancanza di un buon equivalente italiano, è qui reso con Ribelle il termine tedesco Waldganger, letteralmente
“colui che passa al bosco”
che si ritrae nella foresta.
Ernst Jünger è stato una complessa figura della intellettualità tedesca del XX secolo, combattente decorato nella prima guerra mondiale, si rifiutò negli anni Trenta di aderire all’Unione Nazista degli scrittori, nonostante le affinità ideologiche avute con Goebbels, disprezzò del Nazismo la forma autoritaria e ingerente di agire dello Stato nei confronti del popolo. Da qui scriverà Der Walgang (“Trattato del ribelle”) negli anni postguerra (1951).
È inizialmente trattato il tema elezioni. Mai riferendosi ad un preciso stato, sottintende un contesto in cui la forma governativa, ovvero l’autorità come definita da Julius Evola, fosse una dittatura organica. La dittatura infatti per poter essere credibile deve convincere il popolo che vi è la possibilità di contrapporsi al governo, con a capo il partito fantoccio. Secondo Ernst Jünger infatti la percentuale del 2% sarebbe il vantaggio ideale per rendere stabile una dittatura, mentre un 10% rappresenterebbe un pericolo. Jünger si sofferma sulla figura di quel 2%, su persone non ancora definibili Ribelli, ma combattenti pronti al sacrificio. Saranno dei Ribelli quando rappresenteranno la Resistenza ad un regime sbagliato, pronti a nascondersi tra i sottomessi per scagliarsi sui tiranni quando la luna è alta nel cielo. Saranno la rappresentazione moderna dell’anarchismo gerarchico vigente nella foresta, saranno pronti a compiere il Passaggio al Bosco.
Per Ernst Jünger quelle del lavoratore e del milite ignoto sono figure acerbe pronte a maturare in una Resistenza anarchica e ribelle, pronta a sua volta ad affrontare una lotta disonesta col tiranno in cui non valgono le regole della Cavalleria e la morte è certa per il vinto.
“Qui nasce quella tensione per cui uomini e popoli o si dimostrano all’altezza del tempo o da esso vengono distrutti”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ernst Jünger: pensiero e figure di un intellettuale dissidente
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