L’eroe di Roma. Combatti per Roma. La vendetta di Roma
- Autore: Douglas Jackson
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2021
Sedici anni di sottomissione e vergogna, ma sobillate dai druidi le tribù britanne sono pronte a ribellarsi a Roma per spazzare gli invasori dall’isola, in un vortice di sangue e di fiamme. Si mette male per i nostri antichi connazionali l’occupazione della selvaggia Britannia, cominciata nel 43 d.C., sotto l’imperatore Claudio. Regna il figlio adottivo Nerone, quando si avvia la rivolta raccontata con grande efficacia narrativa da Douglas Jackson, nel primo titolo della saga di Gaio Valerio Verre, L’eroe di Roma, apparso in prima edizione italiana nel 2012. Sempre Newton Compton ha riunto il riuscito romanzo storico ai due successivi, Combatti per Roma del 2015 e La vendetta di Roma del 2016, in un’imperdibile trilogia dei SuperInsuperabili, tre romanzi in uno, che reca in copertina il nome e cognome dell’autore e i tre titoli (896 pagine), con le traduzioni di G. Cara, V. De Rossi e R. Prencipe.
Una proposta azzeccata della casa editrice romana: chi non è ancora un fan dello scrittore ed ex giornalista scozzese non dovrebbe perdere la generosa occasione di diventarlo. Jackson è anche il creatore della saga di Rufo (due romanzi), oltre a quella di Verre (nove già usciti, sette in Italia) e con lo pseudonimo James Douglas firma le avventure di James Saintclaire, esperto d’arte e affascinante uomo di mondo.
Nel confezionare L’eroe di Roma, ha dato il massimo per superarsi e conquistare i lettori alle vicende del giovane ufficiale legionario, il tribuno Verre, che affronta subito la prima violenta rivolta capeggiata dalla regina degli Iceni Budicca.
Britannia, Valle del Severn in Siluria, settembre 59 d.C. Valerio ha ancora due mani attaccate ai polsi e la destra stringe quella del centurione Crespo sopra un ceppo tagliato da poco. Sa bene che l’avversario è un uomo brutale, disposto a ogni bassezza e che lo considera un ragazzino ricco. Un viziato che gioca a fare il soldato. Braccio di ferro è uno dei passatempi preferiti nella I coorte della XX legione. Per Verre e un modo di affermarsi davanti agli uomini al suo comando e regala ai lettori il primo incontro col carattere positivo e il pensiero veloce dell’ufficiale romano.
Sono doti valide nell’isola occupata. I britanni combattono a torso nudo per dimostrare coraggio e coprono il corpo con tatuaggi che raccontano la storia degli antenati. Non temono il pericolo e sono animati da un odio viscerale. Hanno però contro soldati ben addestrati a difendersi, manovrare e attaccare in formazione, moltiplicando il valore e la capacità del singolo, dietro un muro di forti scudi di quercia. Gli avversari locali difficilmente mantengono invece la coesione, affidandosi al coraggio individuale, da esibire in ogni occasione.
Quando ci si batte in masse compatte, l’efficacia del gladio corto che arma le mani dei romani si dimostra decisiva, tuttavia contro i numeri schiaccianti nemmeno le qualità militari superiori possono bastare.
A Colonia Claudia, la prima città romana creata nell’isola, Verre si comporta valorosamente davanti all’assalto di una marea britanna, ma i suoi ottocento legionari, più il presidio locale composto da soldati anziani e i pochi rinforzi arrivati da Londinium, non potranno che arretrare combattendo, ritirarsi e morire sotto la pressione dei cinquantamila ribelli guidati dalla vendicativa Budicca. Nelle pagine del drammatico assedio del grande tempio di Claudio — dove i superstiti si sono asserragliati con la popolazione romana — ai lettori sembrerà di condividere le ultime ore spasmodiche di tante vite.
Non si rivela granché di segreto nel dire che Valerio uscirà vivo dall’esperienza e anche dalla grande battaglia che le legioni di Svetonio Paolino, sempre molto inferiori di numero, ingaggeranno contro la regina e le sue schiere numerosissime.
Secondo titolo. È un Verre diverso quello che rientra a Roma. Sta diventando un altro. Non più l’impulsivo tribuno della I coorte, ma un promettente uomo di legge. Il padre Lucio l’ha avviato verso la carriera civile, facendogli abbandonare le armi. L’imperatore Nerone gli concede il titolo onorifico di tribuno del Pretorio, ma pretende un servizio: deve spiare i cristiani, che a Roma stanno crescendo e rappresentano un pericolo per l’unità e la forza dell’impero, visto che la nuova religione predica pace e non violenza, nel nome di un uomo giustiziato in croce, a Gerusalemme, tre decenni prima.
Chi professa il nuovo credo si riunisce intorno a un anziano ebreo. Si dice abbia visto il Cristo camminare sulle acque, lo chiamano Pietro il pescatore o anche la Pietra di Roma e affascina i ricchi con la promessa di vita eterna, a condizione di abbandonare agi e averi. La potenza di Roma potrebbe risultare indebolita.
Nel terzo episodio e titolo, La vendetta di Roma, Nerone è sempre più teso, vede complotti dappertutto. Il suo esercito stenta contro i ribelli in Giudea. Le legioni in Germania sono inquiete e il governatore d’Hiberia gli è quasi apertamente contro. Ma il pericolo più grave si materializza in Oriente. Sembra che il vittorioso generale Gneo Domizio Corbulone stia crescendo di fama quanto di ambizione. Nutre sogni sul trono imperiale e comincia a disimpegnarsi a titolo personale nella Cappadocia in cui si è spostato, ignorando gli ordini di Roma e, a quanto pare, tornando anzi verso la Città Eterna. Il condottiero romano è sospettato di abusare dei poteri nelle provincie orientali, Verre deve assumere il rango di tribuno militare anziano e raggiungere Antiochia, entrare al seguito del generale e stilare un rapporto sulla condotta di Corbulone e dei suoi. Lo vogliono ancora spia?
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