Esercizi di meraviglia
- Autore: Vittoria Baruffaldi
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
”Fare la mamma con filosofia” è il sottotitolo del volume “Esercizi di meraviglia” (Einaudi, 2016) edito nella Collana Super ET Opera Viva, in uscita oggi 2 febbraio nel quale la scrittrice Vittoria Baruffaldi, nata a Torino nel 1977, professoressa di filosofia e storia al liceo, autrice del blog “La filosofia secondo Baby P”, offre al lettore una nuova e originale prospettiva sulla maternità.
Mamma Vittoria è da sempre convinta che
“per essere madri bisogna imparare a guardare il mondo con la filosofia di un bambino”
Per questo il testo dedicato “A Penelope” inizia con la tenera descrizione di una madre e di un figlio che si avvicinano l’una all’altro,
“fino a che le punte dei nasi si toccano”
Si guardano, come civette, e iniziano a giocare.
“Cosa c’è in fondo ai miei occhi?”
domanda il bambino. In fondo agli occhi di ciascun bambino c’è un bruscolino invisibile di stupore, sono occhi più grandi del normale, non vedono cose diverse, le vedono meglio, girandole e rigirandole per osservarne ogni lato. Ma
“anche la filosofia è una sorta di sapere più grande delle altre, perché si occupa di tutto ciò che è”
La filosofia è un’attività puramente umana, destinata a non soddisfare mai, perché nasce dal desiderio, dalla mancanza, dall’assenza.
“E il desiderio, al pari di un figlio, non lo si può possedere”
Forse non ce ne accorgiamo ma la filosofia s’insinua nella nostra vita di tutti i giorni, scaldando le nostre abitudini e costringendoci a dubitare di qualsiasi cosa. La filosofia è una montagna russa,
“spinge in alto verso la metafisica e riporta in basso verso di noi”
dalla quale scaturiscono tante domande: Chi sono? Che cosa voglio? Dove sto andando? Ma soprattutto: perché? Che è, guarda caso, la stessa domanda che rivolgono di continuo i bambini.
“Perché è meraviglia, ecco cosa hanno in comune i bambini e la filosofia”
La vita di una donna inizia a cambiare prospettiva quando comincia a desiderare di avere “un pancione tondo e buffo”, anche perché le altre donne sembrano tutte averne uno ed essere felici, felici di una felicità irraggiungibile. Fateci caso, suggerisce l’autrice, le donne in gravidanza parlano di fatti intangibili, come se le pance le avessero sollevate in un altro mondo oltre questo, così ovvio e così triste. Quindi il mondo delle donne “in dolce attesa” è quello della metafisica, cioè quella cosa che sta dopo la fisica, infatti, prosegue Vittoria, senza pancione non c’è metafisica, solo fisica e allora si resta intrappolati quaggiù senza la forza di guardare in alto le stelle. Quando finalmente uno dei tanti test di gravidanza risulta positivo, lo sguardo della futura madre cade sulla propria pancia, come a voler cercar le stelle, ma quella stessa pancia che si crede ormai essere prolunga metafisica, resta muta.
“Non dà segni noti che rendano comprensibile l’ignoto”
Ma la prova d’iniziazione per entrare nella comunità delle donne con la pancia è il battito di un piccolo cuore, infatti, uno dei primi gesti delle future madri è di accarezzarsi le pance come se stessero davvero sfiorando qualcuno.
“Quando sei incinta, ti senti proprio come quegli esseri primigeni: un corpo bello, superbo, rotondo. Hai due cuori, quattro mani, quattro piedi”
In queste poche pagine di testo, la blogger Baruffaldi fa comprendere al lettore con frasi originali e accattivanti, che i bambini sono dei piccoli filosofi alle prese giorno dopo giorno con le piccole e grandi meraviglie della vita. Vittoria dimostra come il mestiere più bello e difficile del mondo sia quello di essere madre, il cui migliore esempio è fornito dalla frase posta come esergo del volume:
“Preparavo ancora il sugo di pomodoro e il semolino, ma pensavo intanto a delle cose da scrivere”
Natalia Ginzburg, Le piccole virtù.
Esercizi di meraviglia. Fare la mamma con filosofia
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