Estate al lago
- Autore: Alberto Vigevani
- Casa editrice: Sellerio
“Estate al lago” (prima edizione 1958) è un’opera che può essere collocata tra i c.d. romanzi di formazione. Protagonista del racconto è Giacomo, un giovane di quindici anni figlio di un benestante avvocato milanese, che trascorre “l’ultima estate della sua infanzia” (così la definisce l’autore) in una villa sulle sponde del lago di Como. Da sempre preda di un’inquietudine strisciante, incline per natura ad una sorta di tristezza contemplativa, Giacomo attende con ansia i giorni dell’estate, gli unici che sente di vivere veramente, indifferente com’è alla città e alle sue dinamiche stranianti. L’estate in riva al lago, però, è diversa da tutte le altre, in quanto segna un passaggio definitivo ed irreversibile, quello dall’infanzia all’adolescenza, dall’età delle certezze semplici ma inossidabili a quella del dubbio e dell’angoscia esistenziale. Veicolo di questa trasformazione è l’amore, sentimento percepito prima nella sua dimensione più materiale e carnale, e successivamente nel suo aspetto più profondo e spirituale. Le donne che determinano questo processo sono due: la domestica Emilia e una signora inglese, il cui nome non ci viene rivelato, madre del suo amico Andrew. Le due donne rappresentano altrettanti momenti della crescita sentimentale del ragazzo: di fronte alla prima egli prova una vaga confusione dei sensi, che si trasforma poi con la seconda in un sentimento forse incorporeo, ma proprio per questo più amaro ed indecifrabile.
Il romanzo vive degli stati d’animo di Giacomo, che proprio nel rapportarsi con Andrew e la madre sente di essere diviso tra innocenza e maturità, in un’età ancora acerba ed indefinita. Di fronte al ragazzino inglese, malato e debole, Giacomo si sente forte, percepisce la propria superiorità e per la prima volta nella sua vita si sente maestro e non più solo allievo. Tutta la sicurezza che acquisisce nel rapporto con l’amico si stempera però ogni volta che ne incontra la madre; attratto irresistibilmente da lei, affascinato ed insieme confuso da un sentimento ancora grezzo ed incerto, Giacomo deve infine arrendersi all’evidenza della propria inanità. E proprio questa resa segna il suo affacciarsi alla vita adulta. Come ha correttamente notato il critico Pampaloni, in questo romanzo “la perdita dell’innocenza […] si trasforma nella consapevolezza della complessità dell’amore, con tutto ciò di ambiguo, di doloroso, ma anche di certo e di supremo, che tale consapevolezza porta con sé”.
Vigevani è maestro nel descrivere ambientazioni, sentimenti ed aspirazioni di un mondo che sente proprio, quello dell’alta borghesia milanese. Credo tuttavia che il pregio maggiore dell’opera, che sarebbe limitante definire un semplice racconto d’ambiente, sia quello di riuscire ad offrire una profonda indagine della psiche di un giovane che si affaccia alla vita, con una scrittura attenta, sensibile, delicata e velata da una sottile malinconia.
Estate al lago
Amazon.it: 13,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Estate al lago
Lascia il tuo commento
Che bel libro!
Lo lessi tanto tempo fa e ne rimasi profondamente colpito. Un’autentica perla. Questa recensione mi invoglia a rileggerlo. Lo consiglio a tutti coloro che amano le belle letture
Non mi era mai capitato di leggere, almeno negli ultimi tempi, un libro dai toni così delicati e poetici, velato di dolce malinconia: un libro che esplora il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di un quattordicenne (Giacomo) – figlio di una ricca famiglia della borghesia milanese degli anni ‘50 – e ci fa partecipi delle sue inquietudini, delle sue paure, dei suoi turbamenti adolescenziali, con una stile che sotto certi aspetti intenerisce e commuove.
Il protagonista del romanzo di Alberto Vigevani – uno scrittore poco noto che meriterebbe tutt’altra considerazione - è un ragazzino dall’indole solitaria e scontrosa, incline alla “tristezza contemplativa”, timido ed impacciato, a volte indolente, a cui non dispiace affatto stare da solo ad osservare ed a fantasticare. Alla compagnia chiassosa degli amici nei giardini della città in cui vive (la Milano industriale dei navigli tra paesaggi di nebbie e di palazzi grigi) preferisce i romanzi di Salgari e Verne e aspetta con viva trepidazione l’estate, che per lui rappresenta una sorta di risveglio dal lungo letargo invernale, l’unico momento felice e spensierato della sua vita.
Quell’estate trascorsa sul lago (ci troviamo a Menaggio, sul lago di Como) alla soglia dei suoi 15 anni - un’età molto complicata in cui non si è più bambini ma non si è nemmeno adulti - così diversa da tutte le estati precedenti passate con la famiglia sempre in una località di mare, sarà vissuta dal protagonista non solo come una novità assoluta, ma anche come la sua ultima stagione da bambino, foriera di stravolgimenti psico-fisici, che preludono alla maggiore età.
Egli, infatti, si sentiva confusamente diviso tra l’amicizia per Andrew, un bambino gracile e malato più piccolo di lui, “era la prima volta che sentiva di poter offrire qualcosa, lui che aveva sempre avuto bisogno degli altri”, e l’amore/attrazione per la bella e bionda madre del suo compagno di giochi. I suoi tentativi goffi e timidi per farsi notare e per attirare l’attenzione della bella signora lo facevano soffrire, veniva assalito da palpitazioni ogni qual volta si trovava in sua presenza; a volte gli sembrava quasi di sfruttare l’amicizia del suo amico per conquistare l’amore della madre, ingannando così la sua fiducia senza, peraltro, raggiungere il suo scopo. Si era accorto, comunque, di quanto complesso fosse il sentimento dell’amore: “non solo desiderio d’armonia, di bellezza, ma anche aspirazione a non esistere più, ad annientarsi”.
Con questo romanzo, l’autore scruta l’età dell’innocenza in cui subentrano sentimenti nuovi, mai sperimentati prima, come l’amicizia, la seduzione e l’amore: ma sono sentimenti ancora incerti, nebulosi, come sfumati, senza contorni precisi, tipici di quell’età, che procurano sofferenze piuttosto che piaceri, dubbi piuttosto che certezze. Sono emozioni, impulsi appena sbozzati, vertigini di un istante, che ad un ragazzo molto sensibile creano apprensione ed inquietudine.
Lo scrittore milanese, attraverso una prosa davvero gradevole, ci fa vivere il dramma esistenziale di un adolescente, ci racconta il suo amore muto e platonico costellato di silenzi e contemplazione, ci dipinge con maestria la storia di un’educazione sentimentale.