Eugenie Grandet
- Autore: Honore De Balzac
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
Mal si adatta al lettore che cerchi in un libro azione e colpi di scena, questo romanzo che è considerato fondamentale della produzione di Balzac. Ciò che si narra in Eugenie Grandet è infatti il lento scorrere di una vita, circondata da altre vite che scorrono ugualmente lente, e costellata da pochi avvenimenti importanti, nel bene e nel male. La forza della narrazione sta tutta nella minuziosa descrizione del carattere dei personaggi, delle loro riflessioni, dei loro istinti e delle loro risoluzioni, il tutto immerso nell’atmosfera malinconica e incolore di un paesino francese, Saumur, dove la protagonista nasce, vive e passa il suo tempo quasi sempre nella casa di famiglia, una tipica esistenza da ragazza rispettabile, in attesa solo di una luce dall’esterno, che le possa dare una speranza. E la luce arriverà, ma servirà solamente ad abbagliarla.
Il lettore non troppo incline allo stile descrittivo troverà oltremodo difficile superare le prime dieci pagine, nelle quali l’autore si dilunga nel raccontare con dovizia di particolari l’aspetto e il carattere di Saumur e nel definire con precisione la figura di Papà Grandet, la sua personalità, le sue ricchezze ed i modi non sempre ortodossi con i quali le ha ottenute. Varrà però la pena di leggere con attenzione tali descrizioni prima di immergersi effettivamente nella vita della famiglia.
Papà Grandet ha un solo pensiero nella vita: i soldi. Li ama talmente tanto da anteporli alla famiglia, alla vita sociale, alla religione. Pur sforzandosi di apparire come un marito affezionato ed un buon padre, per i soldi sacrificherebbe anche la moglie e la figlia. Dolci e sottomesse sono le donne di casa: la moglie, la figlia Eugénie e la domestica Nanon, piena di gratitudine per l’uomo che l’ha praticamente tolta dalla strada, fedele come un cagnolino che al padrone perdona tutto. Eugénie vive la vita inconsapevole di chi non conosce il mondo, ricevendo come uniche visite quelle dei suoi due pretendenti con le loro famiglie: i giovani de Bonfons e des Grassins. Lungi dall’essere innamorati della fanciulla, i due ragazzi, oltre ad apprezzarne la modesta bellezza, puntano senza indugio alle sue cospicue ricchezze. Quanto alla ragazza, nella sua mente "amore" è ancora una parola astratta, almeno fino a che non viene accolto in casa sua il cugino Charles. Il giovane, tollerato piuttosto malvolentieri da Papà Grandet, solo come dovere verso il fratello che si è ucciso per debiti, resta in casa solo temporaneamente finché non partirà per le Indie come commerciante. Un solo sguardo basta ad Eugénie per innamorarsi perdutamente del cugino, e lo stesso Charles, in realtà fino ad allora un gaudente libertino, sembra colpito dall’affetto innocente della ragazza e crede sinceramente di innamorarsi di lei.
I due innamorati vivono con gioia, ma anche con angoscia, i giorni che li separano dalla partenza di Charles, ed Eugénie, per aiutarlo, arriva ad affidargli il piccolo tesoro che si è costruita con le monete che suo padre le regala a ogni ricorrenza, non preoccupandosi del fatto che il genitore consideri questi regali sempre e comunque di sua proprietà, anche se affidati alla figlia. E dopo la partenza di Charles, la tragedia si abbatte sulla famiglia: il padre richiede a Eugénie la restituzione delle monete, e la ragazza deve quindi confessare tutto. Il litigio che ne segue è talmente violento da causare la malattia della Signora Grandet, che purtroppo non si riprenderà mai più. L’unico motivo che induce Grandet a perdonare la figlia è la paura che la moglie muoia e che alla sua morte Eugénie pretenda la sua parte di eredità, lasciandolo molto più povero.
Fra la madre che peggiora di continuo e Charles che non le ha mai scritto neppure una riga, la vita di Eugénie diventa un continuo attendere. Costretta ad accontentarsi dei tristi gesti d’affetto e solidarietà della madre e di Nanon, per niente amata da un padre che pensa solo alla ricchezza, dimenticata da un innamorato che nelle Indie ricadrà presto nelle vecchie abitudini e farà infine i suoi calcoli per sposare una bruttina ma ricca ereditiera, delusa dai pretendenti che puntano solo ai suoi soldi, Eugénie dovrà sopportare il dolore per la morte della madre prima e per quella del padre poi, ma una volta rimasta sola prenderà in mano le sue proprietà ed anche qualche rivincita. Darà prima di tutto uno schiaffo morale a Charles, ripagando i debiti di suo zio, anche se il giovane sarà più sollevato che umiliato da quel gesto. Proporrà poi a de Bonfons un matrimonio bianco, al solo scopo di acquisire uno stato sociale. Ben contento, de Bonfons accetterà vedendosi già con le mani sul patrimonio di Eugénie. Ma ci penserà il destino a vendicarla anche di quel pretendente interessato.
Eugénie dovrà accontentarsi di un riscatto amaro, arido, senza amore. Ma mai nel suo carattere ci sarà traccia dell’acidità da vecchia zitella: ella accetterà il suo destino come inevitabile e conserverà per sempre nel cuore un amore che è stato sincero almeno da parte sua, non curandosi di come il cugino l’ha sprecato.
Certamente tutta la simpatia dello scrittore va al personaggio di Eugénie e tutta la sua riprovazione agli uomini che le gravitano attorno cercando solo di ottenere vantaggi da lei. Ma Balzac è un moralista, non un inquisitore: la sua condanna si esprime non con appassionate arringhe, ma con mesti commenti scritti quasi “scuotendo il capo”, e lasciando comunque allo scorrere degli eventi il compito di castigare coloro che hanno avuto cattive intenzioni. Una vendetta quasi “dolce”, come tutta l’atmosfera del libro che ricorda certe figurine di biscuit che vedevamo da piccoli sui cassettoni delle vecchie case delle nonne...
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ho letto il romanzo da poco. mi è piaciuto nonostante la mia passione per i libri d’ azione piuttosto che descrittivi e sdolcinati come questo.
devo fare la recensione per un compito scolastico ma non ne sono capace. quella sopra è troppo lunga quindi mi aggiusterò. comunque è scritta molto bene.