Evelina e le fate
- Autore: Simona Baldelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2013
Evelina, una bimba di soli cinque anni, vede, con sguardo a volte ancora un po’ inconsapevole, a volte smarrito, ciò che accade intorno a lei: siamo nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e la piccola protagonista vive con la famiglia in una casa di campagna che non viene, però, risparmiata dalle brutture di quel periodo. Evelina, ancor piccola, è allo stesso tempo, già “una donnina”: aiuta la nonna nelle faccende domestiche poiché la mamma è malata e, per molti mesi, è costretta a letto. La bambina non vive la sua infanzia: essa le viene portata via, rubata, da tanti tristi accadimenti. Per fortuna lei, con lo sguardo appena affacciato al mondo, filtra, attraverso la sua fantasia, le brutture che vede e si crea due amiche particolari che la proteggono nei momenti più importanti. Si tratta di due fate: la Nera e la Scépa, frutto dell’immaginazione ma, anche, della cultura in cui la piccola cresce.
“Là, nella penombra dell’ingresso stava la Nera. Aveva gli occhi lucidi, due olive sotto sale, mori, più neri dello scialle e del vestito che portava e la faccia sempre scura che nessuno sapeva se avevano cominciato a chiamarla Nera per via del colore dell’abito o per quel grugno sempre serio... La Scépa era anche bellina però non aveva i denti davanti ed infatti quando rideva si copriva la faccia con la mano, perché si vergognava di quella bocca sdentata. Rideva anche se non c’era niente da ridere e per quello la nonna, quando l’aveva vista la prima volta, si era domandata - Co’ l’ha j’ avrà da rida ’sta sciapéna? - e allora avevano cominciato a chiamarla così, la Scépa.”
Evelina, a causa della guerra, conosce tante persone al di fuori della cerchia familiare. La sua famiglia vive a stretto contatto con un gruppo di sfollati che trovano riparo nelle vicinanze della casa di campagna e delle stalle nelle quali, c’è, inoltre, un’ospite clandestina. Si tratta di una ragazza nascosta nei sotterranei, un’ebrea di nome Sara, che alla piccola e inconsapevole Evelina racconta di essere una principessa. Sara era stata nascosta lì da Angela, una giovane contadina che aveva tentato di sottrarla alla furia tedesca. Molte cose hanno luogo in quella stalla e alcune sono così terribili come tutte le brutture della guerra ma, questa volta, ancor di più, poiché accadono davanti agli occhi innocenti di una bambina, nascosta in un angolo, protetta dalle fate.
Evelina e gli altri personaggi del romanzo devono fare i conti con tanti episodi dolorosi della guerra che reca a tutti solo dolore ma le fate rendono più sopportabile la vita alla piccola protagonista.
In "Evelina e le fate", storia narrata in buona parte con linguaggio dialettale, Simona Baldelli ha saputo fondere, con efficacia, tristezze e atrocità a sogno e mistero. La scrittrice ha saputo raccontare come i piccoli riescano a sopravvivere, con la fantasia, ai momenti più cruenti e a dolori, a volte, insopportabili.
Evelina e le fate
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