Fino al 2 giugno 2024 è possibile visitare al MAR di Ravenna la mostra di Sebastião Ribeiro Salgado, dal titolo Exodus. Umanità in cammino curata da Lélia Wanick Salgado.
La mostra è composta da 180 fotografie ed è divisa in quattro sezioni: “Migranti e profughi: l’istinto di sopravvivenza”, “La tragedia africana: un continente alla deriva”, “L’America latina: esodo rurale, disordine urbano”, “Asia: il nuovo volto urbano del mondo”.
Chiude l’esposizione una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa.
“Exodus”, la mostra di Sebastião Salgado
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Il percorso che si affronta nella mostra è profondo e doloroso. Le foto di Salgado legano la nostra anima a quella delle persone che osserviamo emigrare, soffrire per la guerra, combattere per la terra, affrontare i cambiamenti urbani. Noi siamo loro e loro sono noi.
Possiamo dimenticare quello che è successo in Ruanda e non pensare all’immigrazione costante che dalle parti più sofferenti del mondo si dirige verso l’Europa e l’America; tuttavia, quando guardiamo le fotografie di Salgado che raccontano l’esodo degli Hutu e dei Tutsi, dopo il genocidio in Ruanda, o l’emigrazione di intere popolazioni espropriate dei propri territori, ritorniamo in un istante in quel mondo di sofferenza e oblio.
Ma non assistiamo solo ad un evento, combattiamo con la nostra coscienza che ci ricorda, attraverso l’arte del fotografo brasiliano, che cosa è l’umanità e come siamo legati da un destino comune sempre più impegnativo e consapevole.
Salgado e il racconto della migrazione
In questa mostra assistiamo al lavoro che Salgado ha portato a compimento in sei anni di viaggi per testimoniare una migrazione costante in cui popolazioni intere scappano per approdare a qualcosa di fragile e marginale.
Le stesse espropriazioni territoriali in Brasile raccontano la lotta dei contadini per appropriarsi della terra a loro negata e che si sviluppano in un fragile destino per intere famiglie, dopo sofferenze e carenze inimmaginabili per chi si trova altrove. Nelle parole di Salgado:
“La mia speranza è riuscire – come individui, come gruppi, come società – a fermarci per riflettere sulla condizione dell’umanità alla soglia del nuovo millennio. Oggi più che mai, sento che il genere umano è uno. Vi sono differenze di colore, di lingua, di cultura e di opportunità, ma i sentimenti e le reazioni di tutte le persone si somigliano. Noi abbiamo in mano la chiave del futuro dell’umanità, ma dobbiamo capire il presente. Queste fotografie mostrano una porzione del nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall’altra parte.”
È un percorso profondo e doloroso che ci ricorda che l’umanità è un unicum a cui tornare tutti insieme.
Il catalogo della mostra di Sebastião Salgado è contenuto nel libro fotografico Exodus pubblicato Taschen editore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Exodus. Umanità in cammino”: Salgado in mostra al MAR di Ravenna
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