Fare nomi
- Autore: Nunzio La Fauci
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2023
Nunzio La Fauci, professore emerito dell’Università di Zurigo, già docente di discipline linguistiche all’Università di Palermo è autore di questo pregevole volume titolato Fare nomi, edito da Bompiani nella collana Campo Aperto diretta da Stefano Bartezzaghi.
L’autore in questo intrigante saggio affronta la tematica del nome proprio e quanto ad essa collegato con speculazioni e argomentazioni che suscitano curiosità e interesse, rifuggendo da tecnicismi o riducendoli al massimo per una maggiore e facile comprensione. Quello dei nomi è un tema sul quale sovente ci si interroga in quanto il nome ha sempre un potere evocativo e suggestivo sviluppando talora anche una serie di associazioni.
Nunzio La Fauci, sin dalle prime pagine del saggio, non casualmente si interroga sulla natura del nome, con un riferimento letterario illustre qual è il Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Juliet all’interno di una famosa scena si chiede per l’appunto che cosa vi è nel nome, qual è la sua natura. E a questa domanda fanno seguito le successive riflessioni che poi vengono articolate dall’autore all’interno del testo.
Il libro si apre con una prima parte dal titolo "What’s in the name" e si chiude con “In the name there is”.
Nella parte iniziale del saggio si tratta dell’antonomasia, non solo come mera figura retorica, ma verificando in che modo questa contribuisca a fare il nome; sulla definizione dell’antonomasia vi è a proposito un capitolo che si intitola “Il bel paese: fare nomi senza fare i nomi”. Vi sono i nomi comuni e i nomi propri che sono quelli che identificano la persona, ma l’Autore pone la questione dell’antonomasia, quando si usa un nome comune come fosse un nome proprio come ad esempio “il Cavaliere”.
Un altro tema affrontato è la differenza tra la lingua comune e quella letteraria e il testo gioca abilmente su entrambi i registri invitando alla riflessione sui casi più frequenti. Spesso poi ci si trova ad adoperare espressioni e modi dire che si impongono nella lingua quotidiana e su questo tema, vi è un capitolo dal titolo particolarmente curioso: “Ale ama Fede e Fede ama Ale”.
Sul significato del nome non si danno risposte in merito, mentre ci si sofferma sull’uso, il significato e la funzione del nome proprio, trattando pure dei diminuitivi e i vezzeggiativi, caratterizzati da una ritrazione dell’accento. Si tratta di fenomeni di accorciamento ed è chiarificatore a proposito il capitolo titolato “prof”, ma senza punto, in quanto vi è una notevole differenza tra le due forme con o senza punto.
La lettura di testi letterari è parte di questo libro. L’autore propone una lettura raffinata sul nome proprio all’interno di un romanzo in un capitolo di vero interesse. Il fenomeno dell’identificazione fa sì che possano adoperarsi delle forme che senza saperlo non riflettono il proprio modo di parlare quanto piuttosto quello di qualcun altro.
Nel prezioso volume che si legge con piacere e attenzione, si trovano riferimenti a rinomate opere letterarie quale Lessico Famigliare, ma si passa pure da Arbasino a Calvino, a Sciascia.
Un libro tutto da leggere, articolato, ma con una struttura base con una prima parte che titola: “Quanto basta a… fare il nome” e un’altra che affronta il dilemma opposto, cioè quando la lingua dopo aver fatto un nome proprio, lo disfa per farlo diventare un nome comune. E da qui il titolo del capitolo che è per l’appunto “Quanto basta a... disfare un nome”. Un percorso affascinante quello di La Fauci che indaga sul nome e sulla lingua che è un mondo dalle mille sfaccettature, ha una dimensione ampia, si interseca con altre discipline e tra le sue funzioni ha appunto quella di appellare, dare un nome proprio alle cose.
Fare nomi
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Un libro perfetto per...
appassionato di linguistica, di Storia e di Storia del linguaggio.
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