Fare scene. Una storia di cinema
- Autore: Domenico Starnone
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2010
Una storia di cinema cita il titolo e in effetti in questo romanzo Starnone parla dell’amore per il cinema, dell’approccio a esso e del lavoro di sceneggiatore. E lo fa in due modi in particolare: tornando all’infanzia e narrando di quando questa passione ha investito un bambino nella Napoli anni cinquanta e poi descrivendo le vicende durante la realizzazione di un generico film.
Il libro è diviso come un film in due tempi con un intervallo in mezzo e la fine.
Il primo tempo è dedicato all’infanzia, come dicevo prima, dove oltre a fornirci le motivazioni della passione per la pellicola e la sceneggiatura, l’autore ci offre la possibilità di andare indietro con gli anni e assaporare la vita familiare quale poteva essere negli anni cinquanta e sessanta a Napoli, la vita di un ceto medio-basso con tanta voglia di emergere e realizzarsi.
L’intervallo è un intermezzo nella narrazione dove Starnone fa interessanti riflessioni sul mondo di oggi, la tecnologia e la sua presunzione di fornirci contorni definiti della nostra persona e della nostra vita in generale, evitando quel chiaroscuro e quella ambiguità che sono basilari per sogno e immaginazione.
Poi riparte col secondo tempo e con la descrizione di tutto quello che ci può essere dietro la realizzazione di un film che coinvolge diversi attori tra regista, sceneggiatore, produttore, agente e persone a contorno. Film che parte da un’idea iniziale per poi naufragare verso un qualcosa di più standard e di conseguenza (ahimè!) piacevole per la massa.
E poi c’è la fine, come quella “The End” che compariva al termine dei vecchi film e che per qualche motivo è stata eliminata sia nel cinema che nei libri, vista forse come qualcosa di inutile o come quasi un modo per non interrompere il flusso immaginario della pellicola che entra e si ripercuote nella vita reale donando a quest’ultima quel carattere fittizio che sembra pervadere la nostra esistenza e che forse “imbastardisce” questa nostra società contemporanea.
Una bella storia, quindi, condita con un intervallo e una fine che altro non sono che due brevi pseudo-saggi (o un unico saggio se li mettiamo insieme) su dove siamo arrivati, come siamo cambiati e quanto la nostra vita reale e quella fittizia si stiano sempre più mescolando.
Fare scene. Una storia di cinema
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