Febbre da fieno
- Autore: Stanislaw Lem
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2020
Una reiterata catena di morti. Non ne ho tenuto il conto esatto, sicuramente più di dieci. Un numero anomalo per un giallo che non contempli la presenza di stucchevoli serial killer. Quelli di “Febbre da fieno” (Voland, 2020, traduzione di Lorenzo Pompeo) sono cadaveri vicini all’andropausa e quasi mai eccellenti: decessi inattesi, morti inspiegabili, talvolta persino bizzarre, omicidi d’annata scollegati tra loro. Il filo rosso che potrebbe ricondurre all’assassino, se c’è, corre sottotraccia, in maniera tutt’altro che evidente: qualcuno è morto a causa di una strana infezione, qualcuno suicida a seguito di un’imprevista forma di schizofrenia paranoide. A un ex astronauta dal curriculum non eccelso (anti-eroe) viene affidato il compito di sbrogliare l’intrigo internazionale (Napoli, Roma, Parigi, America), in un romanzo "a tesi" che inizia come una spy-story, prosegue in tinte gialle e sfocia negli ambiti filosofico-escatologici di Stanislaw Lem, quelli a cui l’autore polacco ci ha cioè abituato dai tempi di Solaris.
Qui il mistery, come in altre circostanze la science fiction, è un pretesto per un’indagine sul Caso, sull’illusione che abbiamo di tradurlo-governarlo attraverso logiche strettamente razionali. Va detto anche che l’obiettivo intellettuale della trama non inficia sulla funzionalità del meccanismo di genere, suspense compresa. Con Lem si viaggia in zone opposte a quelle dell’intrattenimento mediale, ma si tratta lo stesso di un bel leggere, un leggere talmente denso di rimandi speculativi che più che afferrarti alla gola ti prende alla testa, là dove cioè le sollecitazioni indotte dall’intreccio "ad enigma" hanno maggiore incidenza.
Per lunghi tratti il racconto giallo appare contiguo a una realtà gialla a sua volta: misteriosa, sfuggente, allucinata, rimando alla precarietà di un mondo signoreggiato dalla casualità, a dispetto delle leggi scientifiche che - ci illudiamo - lo governino. Come scrive Lorenzo Pompeo nelle note di postfazione al volume:
“Qui Lem si rifà alla popperiana interpretazione propensionale delle probabilità: un modello statistico applicato alla meccanica quantistica con il quale il filosofo pensava di superare l’opposizione tra interpretazione soggettiva e oggettiva; non è una coincidenza che Lem citi Popper, inserendolo tra le sue letture preferite (…) Lo scrittore si è dichiarato più volte (…) un antistoricista, e quando nella Voce del padrone condanna il determinismo, lo fa proprio in nome delle tesi di Popper (…) Ma la presenza di tali implicazioni filosofiche sembra non impacciare affatto né lo scrittore né il lettore. Ciò avviene perché il gioco di prestigio del romanziere è perfettamente riuscito” (pag. 201)
Non sono frasi fatte. Aldilà della piacevolezza della storia e dell’implacabile tessitura del plot, Febbre da fieno non potrà che entusiasmare chi ai romanzi chiede di lasciare il segno attraverso il valore aggiunto della riflessione.
Il libro (1975) esce per la prima volta in Italia nella traduzione di Lorenzo Pompeo.
Febbre da fieno
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Febbre da fieno
Lascia il tuo commento