Fedeltà di Grace Paley

Femminista ed attivista politica, fervente sostenitrice dei diritti umani di uguaglianza e libertà, Grace Paley è stata una delle intellettuali statunitensi più influenti della seconda metà del Novecento. Sebbene la sua produzione letteraria sia piuttosto esigua, tre raccolte di racconti e cinque di poesie, a differenza della maggior parte dei suoi colleghi scrittori, ha lasciato il segno come donna e come autrice, dando voce a personaggi, soprattutto donne alle prese con la loro quotidianità, caratterizzati da una profondità psicologica senza eguali.

In “Fedeltà” (Minimum Fax, 2011) possiamo trovare tutta la sua produzione poetica dal 2000 al 2007, la sua ultima opera, una sorta di testamento letterario su quanto l’impegno sociale ed affettivo dell’autrice abbiano lasciato un segno indelebile nella sua vita. Le poesie piroettano vorticosamente attorno ai temi della vecchiaia, della malattia e della morte e su quanto essi possano influenzare, modellare e, talvolta, trasformare l’amore e l’amicizia, dando loro nuova luce, nuovo significato.

L’avanzare dell’età e l’inesorabile incedere della morte non vengono cantati con angoscia e disperazione, bensì con l’accettazione serena di chi sa quanto sia parte della vita anche la sua fine, tirando i remi in barca sorridendo al bilancio del tempo vissuto. Tutto il libro è impregnato da un alone di serenità, di affetto verso chi ci ha già lasciato e verso chi sta per farlo, di stupore per la vita che continua e di speranza perché in qualche modo si è contribuito perché ciò accadesse. Una poesia morbida, calda, accogliente come un piumone d’inverno e, d’altronde, esiste forse un’immagine migliore della fine di tutto?

“quando lei venne a prenderlo al traghetto/ lui disse sei così pallida sciupata così/ gracile issandosi sulle punte dei piedi/ per arrivare al suo orecchio lei sussurrò/ sono una donna anziana oh da allora/ lui fu sempre gentile”