Fermare l’odio
- Autore: Luciano Canfora
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2019
Con quella vena ironica che lo caratterizza, in Fermare l’odio (Laterza, 2019) Luciano Canfora analizza i termini del dibattito tra i cosiddetti "anti-antifascisti" e gli "antifascisti", in tempi di "populismo nero", come lo chiama l’autore, e di "fascismo eterno", come lo definì Umberto Eco.
"L’irridente frastuono giornalistico" si ostina a ricercare le differenze tra il fascismo storico e quello attuale, riscontrando nella mancanza di violenza la discriminante tra ora e allora, dimenticando che la violenza che caratterizzò il fascismo storico col manganello oggi si manifesta in forme sadiche (vedi porti chiusi), a danno di centinaia di disperati ridotti allo stremo (“Diciotti” – “Sea Watch” – “Open Arms” etc), a rischio di rimandarli nei lager della Libia e della guerra civile. E di lager dove sono accatastati, dalla Calabria alla Capitanata, schiavi neri, è il caso di non parlare.
Che i benpensanti liberali abbiano sempre considerato rispettabile e normale un governo forte, capace di ripristinare l’autorità dello stato e in grado di interpretare il volere della “maggioranza” espressasi con trionfali elezioni, oggi come allora, è risaputo. Chi visse allora lo capì poco alla volta: “nel fascismo si sprofonda per slittamenti successivi”, ricorda l’autore. Oggi come allora nemico è chi ostacola la “sicurezza”, ed ecco i novelli "decreti sicurezza" che individuando chi ci toglie il lavoro e mangia a nostre spese tacitano le coscienze dei più.
Luciano Canfora ripercorre le varie fasi del fascismo storico, sottolineando come l’"Ur-fascismo", come lo chiamava Eco, possa riaffacciarsi sotto le spoglie più innocenti: a noi spetta il compito di smascherarlo ogni giorno, in ogni parte del mondo.
Di fronte all’inarrestabile fenomeno migratorio nei confronti del quale il blocco sovranista sa solo attizzare l’odio contro il (falso) nemico e armarsi, l’autore dice che è giunto il momento di capovolgere la prospettiva: fare dell’unione europea (non solo economica) l’artefice di una struttura federale euro-africana gravitante sul Mediterraneo, effettivamente paritaria e in prospettiva sempre più integrata.
Un progetto che lo stesso autore definisce utopico almeno nei prossimi decenni, ma che non ha alternative.
Il libello Fermare l’odio, piuttosto che assumere i caratteri dell’invettiva contro quello che rischia di diventare il nuovo male del secolo, si propone al lettore come uno strumento di riflessione lucida e ragionata, ponendo a confronto lo ieri e l’oggi non da fazioso, ma da vero democratico.
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