Figaro
- Autore: Luca Cifarelli
Appena uscito per Florestano Edizioni, casa editrice tra le più attive del Sud Italia con alle spalle una lunga tradizione musicale che ultimamente strizza l’occhio anche alla narrativa, Figaro è un romanzo che si inserisce perfettamente nel clima delle celebrazioni per i centocinquanta anni dell’unità di Italia.
"Figaro" narra una storia lieve e piacevole come una carezza, che però lascia nel lettore un’impressione forte, quasi un’impronta che nei giorni successivi lo porta di tanto in tanto a ripensare alla commovente vicenda di Figaro, giovane barbiere di Molfetta, centro in provincia di Bari, che per un curioso scherzo del destino si trova a combattere tra i partigiani della divisione garibaldina GAREMI, storica brigata astigiana che operava in un’Italia divisa. Il sud, infatti, era già stato liberato dagli alleati, il nord invece era ancora assediato dai tedeschi, dilaniato da lotte sanguinarie e feroci scontri che videro molte vittime anche tra la popolazione civile.
Colpisce il candore dell’animo del protagonista, giovane-adulto non ancora smaliziato dalla vita, che lotta con l’ardore e la fede tipica dei giovanissimi, e la genuinità della storia, una storia vera, perché Figaro – all’anagrafe Domenico, o meglio “Minguccio”, come lo chiamavano i suoi compaesani – è spirato soltanto qualche anno fa circondato dall’amore dei suoi cari, tra cui appunto Luca Ciferelli, nipote e autore del romanzo.
"Figaro" però non è un mero elenco di fatti di guerra accompagnati dalle vicende umane e personali del protagonista: la trasfigurazione simbolica e immaginaria della narrazione, infatti, sa regalargli molto di più. Dalla pagine del romanzo traspare prepotente il senso di un’umanità che oggi, aimè, sembriamo aver perduto. Emerge il coraggio, la tenacia, la perseveranza e un’ottusa quanto sconsiderata certezza nella verità delle proprie convinzioni, nel sogno di un’Italia nuovamente unita e finalmente libera. Leggendo la vicenda di Minguccio-Figaro e pensando alla cronaca odierna, agli squallidi episodi che riempiono i giornali, viene da chiedersi come sia stato possibile… Com’è stato possibile dimenticare la nostra storia al punto da stravolgerla e umiliarla sostenendo che esistono due Italie, una del Nord e una del Sud? Com’è stato possibile calpestare la nobile eredità dei nostri antenati, riducendoci a una massa nazionale apatica e indifferente, priva d’iniziativa e a volte perfino di libertà, incapace di ribellarsi ai soprusi del potere e a una corruzione dilagante?
Ma la lettura di "Figaro" non mi ha portato solo queste deprimenti, seppur necessarie, riflessioni.
Mi ha saputo anche regalare la leggerezza e la malinconia di un’esperienza umana come tante e come nessuna, la soave bellezza di un amore nato e mai sbocciato, l’inestimabile valore dell’amicizia e dell’appartenenza a una terra, a una famiglia e a una nazione.
Infine, Cifarelli dimostra che non è necessario scrivere centinaia di pagine per emozionare.
I sentimenti hanno bisogno di poche parole, quelle giuste, che sanno toccare il cuore e “la pancia”, e lo scrittore in questo è maestro.
Figaro. Storia di un partigiano del sud
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