Figlia del silenzio
- Autore: Kim Edwards
- Casa editrice: Garzanti
"Figlia del silenzio" di Kim Edwards ti coinvolge in un intrigo di circostanze nate da un atto apparentemente di compassione, ma che invece racchiude l’incapacità d’accettare un dispiacere assegnato dalla sorte.
La piccola Phoebe, nata pochi minuti dopo il fratello gemello, reca i segni della sindrome di Down. Il padre medico, che in emergenza l’ha fatta venire al mondo, la cede all’infermiera affinché la porti, in tutto anonimato, in un centro per bambini particolari. Ma i sentimenti percorrono spesso vie diverse dalla logica e dalla scontata ragione, così l’infermiera tiene con sé la piccola e la cresce come una figlia. Tutto quel che ne deriva è frutto del vuoto lasciato da ciò che non è stato detto, da sensazioni non vissute, dallo sgomento del tempo che, assurdamente, passa tra quei giochi cambiati rimescolando a sua volta le carte. Phoebe non muore in tenerissima età, come il padre aveva immaginato secondo le conoscenze scientifiche del tempo, ma nuove metodologie le permettono di crescere e diventare un’adolescente, anche se tra diffidenze e pregiudizi sociali.
Questa storia lascia un sapore dolce-amaro, che mescola la tenerezza alla rabbia per ciò che si sarebbe potuto evitare, quasi come se la storia diventasse una questione personale mal risolta, talmente è forte il coinvolgimento emotivo. La scrittrice l’ha costruita in maniera lineare secondo lo scorrere del tempo, lasciando trapelare naturalmente l’inquietudine di tutti i protagonisti in contrapposizione alla placida concezione di vita di Phoebe, la cui innocenza il tempo e gli eventi sembrano non riuscire a scalfire.
E’ questo un racconto di vita familiare che abbraccia risvolti sociali ancora scottanti sul tema della diversità.
L’autrice di questa recensione è una scrittrice emergente: clicca sul Suo nome per conoscerla meglio!
Figlia del silenzio
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