Filosofia
- Autore: Simon Blackburn
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Dedalo
- Anno di pubblicazione: 2010
Leggete quanto scriveva Shopenhauer sul “bisogno” di credere al trascendente, e ditemi poi se non sono riflessioni sacrosante:
“Senza dubbio è il sapere della morte (…) ciò che dà la spinta più forte alla meditazione filosofica e alle interpretazioni metafisiche del mondo. Se la nostra vita fosse senza fine e senza dolore, a nessuno verrebbe forse in mente di chiedere perché il mondo esista e abbia proprio questa conformazione”
L’acuta citazione si trova a pagina 132 di un libro di Simon Blackburn uscito per la collana “Le grandi domande” di Edizioni Dedalo (2010). Alquanto apoditticamente si intitola “Filosofia” e tra le sue pagine è dispiegato il senso ultimo del pensare filosofico.“Primum vivere, deinde philosophari” (prima si pensi a vivere, quindi a filosofare), sentenziavano i latini, ma è anche vero che a interrogarsi sui grandi temi della vita e della morte si vive meglio, se non altro più consapevoli. È bene sappiate adesso che l’autore di questo saggio è uno dei filosofi più insigni del nostro tempo, e che non si tira certo indietro di fronte a questioni speculative per eccellenza. In “obbligo” al format della collana che lo ospita ne seleziona venti - tra quelle dure e pure, tostissime, di quelle che vanno a nozze con la dissertazione - e ci ragiona su, divagando tra storia del pensiero e tesi di prima mano; finendo per consegnarci, se si vuole, una storia della filosofia attraverso il focus sfaccettato dei sui topoi. L’ontologia di “Sono un fantasma in una macchina?” e “Sono libero?”, l’estetica di “Che cos’è la bellezza?”, la riflessione sociale di “Esiste la società?” e “Quali sono i miei diritti?”. La metafisica la fa da padrona (ma potrà mai darsi altrimenti se si fa vera filosofia?), con i suoi argomenti di portata gigantesca (“Il tempo scorre?”, “Perché esiste qualcosa invece che niente?”, “Abbiamo bisogno di Dio?”, “Dobbiamo avere paura della morte?”) che l’autore affronta a volto scoperto, con una “grazia” (mi viene da scrivere) e una profondità tali da indurre a riflessioni consequenziali.
“Filosofia” è anche un libro intriso di interrogativi: credo che ciò ne rappresenti un punto di forza, lo renda, cioè, intrinseco alla prima ragione del ragionare filosofico, a quella "necessità" del domandare/domandarsi in sé, prescindendo dalla sicumera della Risposta, che a volte non si trova, e certo non perché dimori tra le sfere celesti.
Filosofia
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