Final cut di Vins Gallico

“Final cut. L’amore non Resiste” (Fandango, 2015), secondo romanzo di Vins Gallico, è una storia apparentemente semplice ma che comunque riguarda e coinvolge molti fra noi. L’amore, infatti, “esiste” ma, come dice il titolo, “non sempre Resiste” e, oggi più che mai, i rapporti sentimentali nascono ma non durano tutta la vita.
Su questo riflette e poi crea il proprio lavoro il protagonista del libro, un giovane uomo di cui non si conosce il nome, ex studente di psicologia che, non considerando a sé consono il lavoro di autotrasporti del padre, crea, inventa un’attività nuova. Traendo spunto da un momento di disperazione del cugino Ludovico lasciato da quella che ormai è la sua ex, il protagonista accetta di riconsegnare a lei quegli effetti personali rimasti in quella casa in cui questa aveva convissuto con Ludovico. Alla richiesta del cugino, l’uomo dapprima è reticente, poi con un “Beh, magari se mi paghi...”, accetta.

“Fu quello, con ogni probabilità, il visionario momento dell’intuizione, il Big Bang della nuova sfolgorante idea che avrebbe modificato il corso della mia vita. Ludovico era disposto a pagare qualsiasi cifra pur di liberarsi della robaccia che infestava il suo appartamento. Ci accordammo per duecentocinquanta euro. In fondo si trattava di quattro colli mediamente leggeri, di dimensioni ridotte”

Nasce così “Final cut” una S.r.l. che si occupa di restituire ai componenti di una coppia la cui storia è andata in fumo i beni dell’uno o dell’altra. Sì, perché se amare è esser felici, lasciarsi è soffrire e quest’esperienza è difficile da affrontare.

“La gente è disposta a pagare per l’assenza di coraggio, è disposta a pagare se può evitare il dolore, è disposta a pagare pur di non dover guardare in faccia il fallimento”.

Il protagonista approfitta dell’incapacità di tanti di affrontare una situazione difficile e dolorosa, s’inventa un lavoro (capacità creativa che a noi italiani non è mai mancata e che rimanda, inoltre, a questo momento di crisi in cui ognuno cerca di arrangiarsi come meglio può) e ne fa un business nel quale, però, verrà in qualche modo coinvolto. Dopo i primi mesi di rodaggio, l’attività, seppur limitata, comincia a decollare: a bordo di un’Ape che trasporta gli effetti personali da restituire all’ormai ex in questione, munito dell’inseparabile tablet che serve per memorizzare appunti, messaggi e individuare luoghi, il titolare dell’agenzia porta avanti la propria attività. Durante il suo svolgimento incontra coppie di ogni tipo, dall’eterno single che dà l’addio alla solitudine, alla coppia che per trent’anni aveva condiviso la vita e che, a causa di un tanghero, “scoppia” e la moglie vola via per volteggiare con lui. Più volte è presente Mery, una giovane donna quasi abbonata alla Final cut che chiama e richiama ad ogni crisi amorosa. Lei parla, parla, ma, soprattutto tanto somiglia ad Anita, colei da cui il protagonista aveva creduto di vivere lontano ma che forse gli era rimasta dentro più di quanto lui immaginasse.

Così ha termine il romanzo che, in realtà, rimane una storia aperta. Ci chiediamo, chiudendo il libro, quale sia il nome del protagonista, quello che viene sussurrato da una donna solo nell’ultima pagina del libro, e ci domandiamo come andrà la società o quali siano le successive vicende personali del giovane uomo. La storia risulta piacevole, ben strutturata, a tratti amara, a tratti ironica e fa porre a noi lettori tante domande sul valore dell’amore, su quanto valga tenerlo saldo o quanto e quando sia meglio dare un “Final cut”, un taglio finale. E’ un libro per tanti; tutti possono leggerlo dando una propria interpretazione poiché ognuno ha la sua storia personale, riservata e questo romanzo si rivela un escamotage che ci fa riflettere sui tanti aspetti di un sentimento.