Finché le stelle saranno in cielo
- Autore: Kristin Harmel
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2012
“Ho bisogno che tu vada a Parigi. Devo scoprire cos’è successo alla mia famiglia”.
Cape Cod, Massachusetts. In una sera di settembre inoltrato quando “i turisti sono scomparsi” e “i bostoniani hanno chiuso le loro case estive e le vie hanno assunto l’aria desolata di un sogno inquieto”, Rose McKenna chiede alla nipote Hope di andare in Francia per recuperare le tracce del proprio passato che il morbo di Alzheimer sta insidiando giorno dopo giorno. Hope divorziata con una figlia di dodici anni, Annie, lavora presso la North Star Bakery, pasticceria che la nonna ha aperto sessant’anni fa. I profumi di “farina, lievito, burro, cioccolato e vaniglia” che “danzano nel laboratorio”, ricordano ad Annie la sua Mamie, perché la donna “ha iniziato ad aiutare Mamie nella pasticceria, come fa ora Annie con me, quando avevo otto anni”.
Mamie confida alla nipote di essere ebrea e non cattolica come finora Hope aveva creduto. Rose Picard è una sopravvissuta all’Olocausto, ma la sua intera famiglia è stata arrestata nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 1942 e condotta insieme a 13mila cittadini di origine ebraica nel Velodromo d’Inverno (Vélodrome di Hiver) diventata un’enorme prigione a cielo aperto. La famiglia Picard, dopo aver trascorso alcuni giorni infernali all’interno del circuito adibito a gare di ciclismo, è stata deportata e sterminata ad Auschwitz. Solo Hope e il piccolo Alain sono scampati alla morte. “
Alcuni segreti non si possono rivelare senza distruggere un’intera vita, ma so che quando la mia memoria morirà, lo stesso faranno le persone care che ho tenuto vicino al cuore per tutti questi anni”.
Quando “le chiome degli alberi hanno incominciato a cambiare” Hope sale su di un aereo destinazione Parigi “la città in cui tutto era iniziato e in cui tutto sarebbe finito” facendo a ritroso quel viaggio che quasi settant’anni prima Rose aveva compiuto quando era approdata sulle coste americane.
Il titolo del volume Finché le stelle saranno in cielo (Garzanti, 2012) racchiude una vecchia ma indelebile promessa d’amore eterno. The Sweetness of Forgetting (titolo originale) è subito diventato un caso editoriale conteso in tutto il mondo scritto con passione e sensibilità da un’autrice che ha pubblicato diversi romanzi, bestseller negli USA, ma inediti in Italia. Durante il crepuscolo l’heure bleue, l’ora blu, Rose cercava sempre la prima stella all’orizzonte, la sua preferita che non era una stella bensì il pianeta Venere ripensando al suo grande amore Jacob Levy. Il romanzo ha il merito di ricordare un bellissimo episodio di solidarietà avvenuto nella Parigi occupata dai nazisti durante la II Guerra Mondiale ovvero il ruolo fondamentale che aveva avuto la Grande Mosquée nel salvare gli ebrei in fuga. Se il Corano dice “chi salva una vita salva il mondo intero”, nel Talmud c’è scritto “Se salvi una sola vita, è come se avessi salvato il mondo”.
“Volevo raccontare la solidarietà nata fra le persone in uno dei momenti più bui della storia d’Europa, nonostante le differenze culturali”. Infatti “non è la religione a dividere gli uomini. Sono il bene e il male sulla terra a dividerci”.
Finché le stelle saranno in cielo
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Inusuale approccio ad un argomento delicato come l’olocausto, con leggerezza e passione, egregiamente narrato, riesce a rievocare la solidarietà e il dolore delle persone che hanno vissuto quell’orrore, con il dovuto distacco e rispetto, inserendolo nella vita della protagonista, che scopre un passato sconosciuto della propria famiglia e in un certo senso una nuova identità.
Da leggere!!!
Anche io vorrei raccomandare la lettura di questo bel romanzo dal titolo evocativo "Finché le stelle saranno in cielo" di Kristin Harmel: dietro l’iniziale storia della giovane donna protagonista Hope, che con la figlia adolescente Annie, gestisce una pasticceria a Cape Cod, si apre in realtà una interessante nonché ai molti sconosciuta (me compresa) pagina della storia. Sto parlando del salvataggio di molti ebrei, durante l’Olocausto, dalle deportazioni nei campi di sterminio, ad opera di musulmani. La storia parte a ritroso, attraverso i ricordi, spesso lacunosi e confusi, della nonna della protagonista, che, attraverso una lista di nomi, costringe la nipote a un viaggio in Francia, dove era nata, nonché nel suo nascosto passato. Ma lo fa con una leggerezza che incanta, nonostante, non solo i temi, ma anche i pensieri che si possono sviluppare dietro queste grosse tematiche, siano più che impegnativi e di forte impatto. Ad esempio, inserendo qua e là a inizi capitolo, qualche ricetta dei dolci preparati, frutto dell’incontro di tre tradizioni e culture diverse tra loro, polacca, musulmana e francese. Ma non è forse il modo migliore, usare linguaggi e esempi semplici e alla portata di tutti, per diffondere i grandi insegnamenti della vita? Non sono sempre state le parabole, i nostri mentori più graditi e più ricordati? La scrittrice fa appunto centro e ti obbliga a riflettere su quanto basterebbe poco per andare tutti d’accordo e vivere in totale armonia: «È l’umanità a creare le differenze. Ma questo non significa che non sia sempre lo stesso Dio.»