Fiordicotone
- Autore: Paolo Casadio
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Fiordicotone (Manni 2022) è il nuovo romanzo di Paolo Casadio. L’autore è nato a Ravenna nel 1955 e vive nella Bassa ravennate. Studioso della lingua e della storia del suo territorio, ha pubblicato La quarta estate (Piemme 2015) e Il bambino del treno (Piemme 2017), che hanno ottenuto numerosi premi.
“Non dobbiamo avere paura di avere coraggio”, c’era scritto sul fianco di un edificio rurale di Lugo di Romagna. In quel 15 dicembre 1943, un uomo, armato solo di fortuna e del proprio coraggio, aveva appena salvato una bambina da morte certa nascondendola sotto la pesante stoffa del suo mantello, mentre la sua famiglia composta dal padre Omero Da Fano, dalla madre Alma Vita e dalla nonna materna Zaira Luscri veniva arrestata perché colpevole di essere di religione ebraica. I “perfidi giudei” venivano caricati su di una torpedo e condotti in carcere, alla Rocca. Mentre Alma Vita tentava di convincersi che la faccenda si sarebbe presto chiarita e il loro ritorno a casa sarebbe stato questione di poco, l’uomo si domandava perché l’avesse fatto, perché sapeva bene qual era la pena riservata a chi nascondeva ebrei. Ma ormai l’aveva fatto, e quindi non sarebbe andato come d’abitudine all’osteria e poi al mercato. Inoltrandosi nella campagna verso casa, l’uomo si chiese come avrebbe fatto a tenere la bambina, quel cucciolo fuggiasco, a nasconderla, a farle accettare la realtà dell’abbandono.
“Aveva avuto coraggio. Non se lo disse, se lo domandò, e non si diede risposta. Era troppo presto, e non sapeva quel che sarebbe accaduto. Nessuno poteva prevederlo”.
Febbraio 1945. Alma Vita era sopravvissuta all’inferno di Auschwitz grazie alla sua bellezza, giacché le prigioniere più attraenti del campo di concentramento erano riservate agli ufficiali delle SS, e la donna, con quella cascata di capelli ramati, la pelle di porcellana e il corpo perfetto, ricadeva in questa categoria. Invece l’anima di Omero e di sua madre erano passate per il camino; ad Alma Vita restava solo Velia, soprannominata “Fiordicotone”, vista l’ultima volta quando la piccola aveva solo cinque anni. Stanca di essere umiliata, ferita e di essere viva, piena di vergogna, una volta liberato Auschwitz dall’esercito russo il 27 gennaio 1945, Alma voleva solo tornare a casa. E trovare Fiordicotone.
“In quel treno che, ormai notte, camminava sicuro verso il Canton Ticino, Alma vigilava insonne”.
Nel romanzo, scritto “Per Anna”, l’autore racconta con empatia e verismo la dolorosissima storia di Alma Vita, una donna sopravvissuta all’Olocausto. Un lungo viaggio di ritorno attraverso la Polonia e la Svizzera riporta nei luoghi natii la protagonista, il cui sguardo si sofferma su di un Paese che mostra le ferite di una guerra insensata che ha causato moltissimi morti civili. Se è vero che “Perché dolore è più dolor se tace” (Giovanni Pascoli), esergo del volume, l’odissea di Alma Vita, aiutata nella sua missione da tre personaggi maschili perfettamente caratterizzati, emoziona e commuove il lettore.
Paolo Casadio, che predilige scrivere romanzi che hanno un solido impianto storico, ha il merito di riportare alla luce una realtà poco conosciuta quale fu, dal 1942, la creazione dei lagerbordell, concepiti dal capo delle SS Heinrich Himmler come incentivo per aumentare la scarsa produttività dei prigionieri. Nei dodici Sonderbauten (costruzioni speciali) creati in altrettanti campi, furono reclutate, con la promessa di un miglior trattamento e quella mai mantenuta della libertà dopo sei mesi di lavoro, prigioniere giovanissime di varie nazionalità, tedesche comprese. Le ragazze ebree vennero imprigionate in bordelli speciali riservati all’élite delle SS e mantenute in vita soltanto per soddisfare gli istinti dei nazisti. Un abominio nell’abominio.
Fiordicotone
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