Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone
- Autore: Maurizio de Giovanni
- Casa editrice: Einaudi
Come Maurizio de Giovanni aveva anticipato durante un incontro avvenuto nel mese di settembre, per tutti gli affezionati e appassionati del lavoro dello scrittore napoletano è uscito in libreria Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone (Einaudi, 2020), il nuovo capitolo della fortunata serie.
I protagonisti – a ciascuno dei quali l’autore dedica un fiore – sono alle prese con un delitto tanto efferato quanto inspiegabile: il proprietario di uno storico chiosco di fiori, Savio Niola, amato e apprezzato nel quartiere per la sua cultura, per il suo impegno civico e per il sostegno – non solo materiale – dato a chiunque avesse bisogno, è stato barbaramente ucciso una mattina di inizio primavera.
Il fatto che qualche tempo prima si fosse esposto in prima persona contro il racket che taglieggia i commercianti della zona, anche con una fugace, ma molto apprezzata, apparizione in TV, non sembra spiegare l’accanimento sul corpo.
La situazione è resa ancora più complicata e delicata dal fatto che qualcuno ha informato i giornalisti: tutti i telegiornali hanno descritto per filo e per segno la ferocia inaudita, la disumana violenza che ha colpito un anziano e tranquillo venditore di fiori.
“Insomma e in conclusione, questo povero cristo è diventato un simbolo irrinunciabile del sacrificio della gente comune che non si riesce a difendere dalla malavita organizzata per il semplice fatto che la polizia è inetta, ottusa e incapace”.
Ciò significherebbe che per le cose importanti il commissariato di Pizzofalcone non è all’altezza ed è inutile a presidiare il territorio: la zona verrebbe assegnata ai quattro commissariati confinanti.
Al vicequestore Luigi Palma non resta che proporre l’unica via d’uscita disponibile: dichiararsi incompetenti. Un omicidio che può essere riferito alla criminalità organizzata può diventare di competenza dell’antimafia ed essere sottratto a tutte le entità territoriali: l’integrità del gruppo verrebbe così preservata.
Tutti, però, da Lojacono ad Alex, da Ottavia ad Aragona, sono decisi a non abbandonare il caso e a seguire tutte le piste possibili, compresa quella del giovane albanese che Niola ospitava in casa.
Dagli esiti dell’indagine, che converge necessariamente sui vari aspetti della vita della vittima, e nella quale si riflette in qualche modo l’esistenza di ciascuno dei Bastardi, dipende il futuro di tutto il commissariato.
Giocato sui contrasti – la delicatezza dei fiori e la ferocia del delitto, luci e ombre, delicatezza e impeto, passato e presente, silenzio, suoni e rumori, vita e morte... – Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone si apre con un capitolo memorabile per intensità poetica. La descrizione di un giorno di primavera a Pizzofalcone (“l’ideale sarebbe il primo”) sollecita la percezione sensoriale del lettore in modo così vivido da proiettarlo in un mondo fatto di colori, profumi, musica e sensazioni tattili.
Sarà possibile non solo costruire un’immagine mentale completa di questo luogo, con tutte le sue sfaccettature, ma anche, nei capitoli successivi, inquadrare in modo più ampio i problemi di una città, la vita di quartiere, i rapporti fra le persone...
Dopo aver punteggiato la trama, i fiori chiudono idealmente il romanzo, in un altro capitolo ricco di drammatico lirismo, in cui de Giovanni dimostra la più completa padronanza dei diversi registri narrativi.
Fiori: per i Bastardi di Pizzofalcone
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