Florence
- Autore: Stefania Auci
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2015
1 agosto 1914: la guerra è iniziata da pochi giorni. L’assetto europeo vede l’Austria contro la Serbia, la Germania contro la Francia, l’Inghilterra contro la Germania, la Russia insieme alla Francia contro la Germania e l’Italia neutrale, divisa tra interventisti e pacifisti. Anche la stampa italiana si schiera e diffonde l’idea che la guerra durerà appena qualche mese e che porterà grandi vantaggi, tra cui la restituzione delle terre “irredente”, Trento e Trieste, che si trovavano sotto il dominio austriaco. A Firenze Ludovico Aldisi, un ambizioso giornalista della «Nazione», conosciuto per le aperte simpatie interventiste, vede nella guerra appena dichiarata un’occasione di prestigio e ascesa sociale. Ludovico è un uomo affascinante, che ha come amante Claudia, la bella moglie di un ricco avvocato, cui non esita a chiedere soldi e favori e che frequenta assiduamente i salotti fiorentini che ruotano attorno alle idee interventiste dell’intellettuale Giovanni Papini. Ludovico vuole a tutti i costi essere inviato dal suo direttore Silvio Ghelli in Francia come cronista di guerra. La sua esistenza subisce una svolta quando, durante una manifestazione pacifista, incontra Dante, amico e compagno di università, diventato assistente del loro professore di lingua e letteratura francese. In quell’occasione conosce anche Irene, una ragazza francese, figlia appunto del professor Giuseppe Laurenti. Irene è una diciottenne che è costretta a vivere a Firenze e a sottostare a delle convenzioni sociali che le impediscono persino di proseguire una carriera accademica e che comprende subito la crudeltà della guerra, opponendosi a essa. Ludovico, invece, è un uomo di ventotto anni in cerca di riscatto dalle umili origini e che cerca il suo riscatto proprio in quella guerra. L’uomo, infatti, riesce a farsi inviare sulla Marna come cronista di guerra e qui si unisce a un battaglione scozzese. Qui conosce da vicino l’orrore delle battaglie e di una guerra che miete morti abbandonati nelle orribili trincee. Al ritorno da questa terribile esperienza, Ludovico non è più il giornalista spregiudicato di quando era partito, ma un uomo confuso e tormentato. Mentre il rapporto con Claudia comincia a sfaldarsi, l’unico a dargli una mano è Dante, che lo invita nella sua tenuta nel Chianti dove rivede Irene. Tra i due si crea un legame che aiuta Ludovico a far chiarezza dentro di sé e nasce l’amore. Nel frattempo su Firenze e sull’Italia cominciano ad allungarsi le ombre minacciose della prima guerra mondiale e dei suoi conflitti politici e sociali.
Romanzo storico ambientato in una Firenze scossa dai venti di guerra, “Florence” (Baldini & Castoldi, 2015) di Stefania Auci, insegnante, trapanese d’origine e palermitana d’adozione, è una storia che unisce grandi temi come amore, guerra, mutamenti sociali a una ricostruzione storica e ambientale di grande impatto emotivo. Lo stile usato da Stefania Auci è accurato e la sua principale abilità è far rivivere quel periodo storico che convenzionalmente dà inizio all’età contemporanea.
Florence
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I giornalisti vivono di parole. Le usano per raccontare i fatti, per esprimere il proprio pensiero, la propria opinione, a volte per infiorettare la realtà, oppure le rigirano per far passare un messaggio che non è esattamente quello che la notizia vuole trasmettere. Spesso, però, le parole diventano astratte, pura teoria, e si allontanano dalla realtà tanto da farcela vedere come attraverso un vetro, o come un semplice film proiettato su di uno schermo bianco, finzione che non ha conseguenze nella nostra vita. Questo è quello che succede a Ludovico Aldisi, giovane e ambizioso giornalista del quotidiano fiorentino “La Nazione”. E’ il 1914, e l’Italia non ha ancora preso posizione circa la propria partecipazione alla Prima Guerra Mondiale. Ludovico è un interventista convinto, certo com’è che la guerra non possa portare che vantaggi, sia in termini di prestigio che economici, ai paesi che prendono parte a essa. Non ultimi, i vantaggi personali che crede di poterne ricavare, convincendo il proprio direttore a inviarlo quale corrispondente sulla Marna, al fronte. Figlio e fratello di pescatori, avversato da tutti per la sua volontà di crescita e di successo, Ludovico vede in questa missione un riscatto personale e un’occasione per la sua decisiva scalata professionale.
Cinico e arrivista, Ludovico ha iniziato, per noia e convenienza, una relazione con Claudia, la moglie del potente Mario Anselmi. Bella e disperata, Claudia colleziona amanti da quando il marito, resosi conto della sua sterilità, l’ha relegata a semplice paravento per la società, usandole violenza in privato e soddisfacendo la propria smania di paternità con una mantenuta.
Durante un tafferuglio nel quale si trova coinvolto, Ludovico ritrova per caso Dante, vecchio amico e compagno, separato da lui dalla vita e dalle idee politiche opposte. L’amico lo porta a casa del vecchio Professor Laurenti, la cui figlia, Irene, è appena arrivata da Parigi, e stenta a costringersi nello stereotipo di “brava ragazzina” che il Professore le vorrebbe imporre. Irene è uno spirito libero, e non ha la minima intenzione di ritrovarsi sposata a un uomo “rispettabile” ma vuoto, come suo padre vorrebbe. Fra lei e Ludovico si instaura subito una strana antipatia mista a curiosità.
Riuscito finalmente a partire per la Marna, Ludovico si scontra con la dura realtà di una guerra non più raccontata dai giornali, ma dura e spietata, vissuta sulla propria pelle, vedendo morire in un attimo uomini che fino a pochi minuti prima stavano conversando o dividendo una razione con lui. Ferito nel corpo e nell’animo, Ludovico torna a Firenze, ma non è la stessa persona. Si rende conto che Claudia, per lui, ha rappresentato anche un affetto, ma, davanti alla crescente affinità con Irene, decide di lasciarla. Gli errori, però, si pagano, e Mario Anselmi è spietato con chi lo offende…
Malgrado il titolo, in questo romanzo l’atmosfera fiorentina resta molto sullo sfondo, lasciando il campo agli accadimenti e alla crescita dei due protagonisti. Quasi un “feuilleton”, tanto che se ne potrebbe benissimo trarre una fiction televisiva, il libro appassiona grazie alla scrittura coinvolgente e leggera, ma mai banale, e alla buona analisi psicologica dei personaggi e della loro maturazione. Si arriva alla fine con un senso di impotenza di fondo per le ingiustizie della vita, ma si impara anche che un finale può essere lieto anche se non è esattamente quello che ci si sarebbe immaginato.