Fuga da Tschai
- Autore: Jack Vance
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
Jack Vance fu uno dei padri fondatori della fantascienza americana. Di lui Urania pubblica ogni tanto i cicli dei pianeti, tra cui qualche anno fa quello su Tschai, il pianeta incantato. John Hatcher giunge con la sua astronave su questo mondo che è abitato da diverse razze (o specie), di cui la più orribile e pericolosa è quella dei Dirdir, strani rettili che tengono prigioniera una razza umanoide, i subdirdir.
Vance mette in rilievo una società con caratteristiche umane benché adattate alla natura di rettile come quella dei Dirdir.
Inseguito da nemici visibili e invisibili (questa è una sorpresa del libro), Hatscher arriva a scoprire i segreti più intimi dei Dirdir e a progettare una fuga dal pianeta degli schiavi umani. In questa lotta è assistito da Deela, una subdirdir che all’inizio è dalla parte dei rettili, ma che si innamora di Hatcher e lo segue nella sua avventura. Saranno tanti i luoghi visitati e tante le insidie dei Dirdir per impedire la fuga degli umani.
Che dire? Fuga da Tschai è un romanzo degli anni Cinquanta e tante cose sono cambiate nella fantascienza: una trama così ingenua non attirerebbe il favore del pubblico (non dimentichiamo che la fantascienza per tanto tempo fu uno dei generi più conservatori), ma è notevole la capacità dell’autore di creare ambienti, degna della più pura narrativa avventurosa.
Non ci sono messaggi morali o politici nelle opere di Vance, solo il piacere di intrattenere il lettore su un mondo che non esiste, ma che può rendere tutti più felici. È una versione spaziale delle fiabe. I suoi personaggi sono quelli avventurosi: una dolce fanciulla, un uomo generoso, dei nemici occulti. Bene e male non si possono confondere. Non dico che è un bel libro, ma leggetelo e gustatelo: è bello sognare.
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Un libro perfetto per...
Un preadolescente.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fuga da Tschai
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