Fuggevole turchese di Andrea G. Pinketts

Vi capita mai di esser colpiti da un particolare? Magari un’inezia, un dettaglio che davvero non vi aspettavate? Uno sguardo, un vestito, un suono particolare: quella che sembra una sciocchezza potrebbe rivelarsi la chiave di volta per il vostro futuro, ci avete mai pensato?

Talvolta è anche meglio non pensarci; talvolta si tratta è un pensiero molto soggettivo: se state passeggiando, facendovi i fatti vostri, ad esempio, e, all’improvviso, una magnifica ragazza vi passa davanti, ognuno sarebbe sicuramente sensibile a un particolare differente.

Nel caso di “Fuggevole turchese” di Andrea G. Pinketts questo particolare sarebbe il lato B della ragazza, dal momento che il buon Lazzaro Santandrea, il magnifico protagonista di questa storia, è molto incline agli scorci della bellezza femminile.
Un inseguimento folle, la ricerca del principe azzurro (vuoi mettere come si abbina al turchese?) e l’ennesima avventura di Lazzaro che vi prenderà per mano - o forse vi strattonerà - e vi condurrà in un viaggio pieno di scossoni che vi emozionerà, facendovi scoprire che non tutto è sempre come si palesa di fronte ai nostri occhi.

Come posso descrivere la trama di un libro del geniale Pinketts? Rischierei di fuorviarvi, concentrandomi su un avvenimento o descrivendovi la storia narrata nella strada principale ma l’aspetto più bello nella lettura di Pinketts è vagare nelle viuzze secondarie, fermarsi per una birra al mitico Le Trottoir e ripartire dopo aver mangiato un gelato, perdersi nei suoi giri di parole e ritrovarsi, in un istante, al centro di tutto. E’ lo stile consueto di Andrea G. Pinketts, è la sua firma ed è ammirato per questo. “Fuggevole turchese” è l’ennesima gemma per un cultore delle parole, un estimatore del verbo, un amante della frase; perché lui, come Lazzaro, ha il senso della frase. Ve ne accorgerete.