Galeotto fu il libro
- Autore: Ian Sansom
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2011
"Galeotto fu il libro" (TEA, 2011) è il quarto capitolo della saga “Le storie del Bibliobus di Tundrum” di Ian Sansom.
Israel Armstrong, laureato in lettere cum laude, stavolta è alle prese con la scomparsa di una ragazza, la figlia quattordicenne di un candidato alle elezioni. Il nostro bibliotecario si ritrova invischiato in questa vicenda perché il giorno prima della sparizione dà in prestito alla giovane lettrice un libro “Fuori Scaffale”, ossia uno di quei libri che la commissione – pervasa da un esagerato puritanesimo - aveva deciso di non rendere facilmente accessibili ai giovani lettori per non turbare la loro sensibilità e innocenza. Ecco quindi che, complice anche l’essere stato sedotto da una giornalista che vuole scrivere l’articolo che le potrebbe permettere di fare il salto di qualità, Israel si veste dei panni dell’investigatore e va, come al solito goffamente, alla ricerca della ragazzina.
Anche questa volta l’autore ci accompagna con allegria attraverso le peripezie che il ventinovenne, quasi trentenne, bibliotecario deve affrontare. Questa volta la comicità quasi sfrontata dei primi tre libri lascia il posto, secondo me, a un umorismo più all’inglese, portando con sé anche una maggiore riflessione sui temi che erano stati affrontati anche nei volumi precedenti: le opportunità che la vita concede, le aspirazioni, le disillusioni e il conseguente senso di inadeguatezza. Il tutto affrontato ovviamente sempre in modo leggero e ironico, come ironicamente Ian riesce a tratteggiare le personalità degli individui, il carattere di alcune associazioni e congregazioni che popolano questa cittadina “nel nord della costa settentrionale del nord dell’Irlanda del nord”.
La scrittura è sobria e i riferimenti a libri, scritti, pensieri di altri autori non mancano, come a denotare l’ampio bagaglio culturale dell’autore stesso e spunto ovviamente di altri tipi di letture per chi legge.
Riporto quello che dice l’autore a proposito di Tundrum e del senso di inadeguatezza del suo personaggio:
- Sansom: ho inventato Tundrum perché volevo raccontare la vita di un piccolo centro di provincia. Mi hanno sempre affascinato le piccole città, anche in letteratura, come nel caso di Thornton Wilder che ha scritto, appunto, “Piccola città”. È un microcosmo completo, ricco di tutte le sfaccettature, come la città che ho creato: Tundrum si trova effettivamente in Irlanda un po’ per caso e un po’ perché è il posto dove vivo e dove mi sono familiari i luoghi, gli odori, il suono della lingua.- I: La serie del bibliotecario è anche un modo per indagare il complesso animo umano e la sua difficoltà, nei vacui tempi moderni, di trovare un posto nel mondo, di trovare soddisfazione in una realtà troppo ricca di stimoli e di aspettative. Isreal rimane irretito prima e deluso poi nel reale confronto con il mondo e con la complessa realtà che lo circonda. È destinato alla sfortuna o rimane, alla fine, come tutti gli amanti della buona lettura, un eterno sognatore?
- Sansom: Sì, Israel è un eterno sognatore che però viene costantemente risvegliato dal suo sogno. Lo possiamo paragonare al “Pilgrim’s progress”: è come quel pellegrino che, nel suo viaggio, metafora dell’eterna ricerca, va a fondo e poi riemerge e continua il suo cammino. Tendo a studiare con molta attenzione la superficie, senza voler indagare troppo a fondo, perché credo che prestando attenzione alla superficie, ai suoi dettagli, ai particolari, arriviamo a comprendere anche quello che sta al di sotto.
Galeotto fu il libro (Le storie del Bibliobus di Tundrum)
Amazon.it: 3,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Galeotto fu il libro
Lascia il tuo commento