Gelo
- Autore: Maurizio de Giovanni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
Il secondo romanzo delle serie “I bastardi di Pizzofalcone” di Maurizio de Giovanni è il sequel di Buio: i personaggi del commissariato, che rischia di essere chiuso perché formato da una squadra di poliziotti con qualche peccato sulla coscienza, si riuniscono e di fronte ad un efferato delitto il gruppo riesce a trovare lo spirito di squadra e il coraggio di risolvere in meno di cinque giorni un caso difficile, avendo contro tutta la questura napoletana.
I personaggi sono vari: il capo, lo sgualcito commissario Palma, l’ispettore Lojacono, siciliano che ha la responsabilità della figlia adolescente Marinella, fuggita dalla madre e da Palermo, in una città pericolosa; Francesco Romano, che è stato lasciato dalla moglie Giorgia in un eccesso di violenza e l’aspetta sotto il portone; l’agente Aragona, dal ciuffo ribelle e gli occhiali azzurrati, vanesio e superficiale ma alla fine determinato a lavorare con impegno; le due donne, l’agente Ottavia, maga del computer, in fuga da casa e da un figlio autistico, e Alex De Nardo, figlia di un rigoroso e severissimo generale pluridecorato al quale tiene celata la sua disperata omosessualità e la passione per una ispettrice della polizia scientifica.
Insomma un gruppo eterogeneo e solidale di poliziotti, che in pochi giorni di un insolito ed incredibile freddo che ha investito Napoli si trovano a portare avanti un’indagine difficilissima, con tutta la stampa e i superiori che fanno pressione per avere subito il colpevole o per esautorare l’intero gruppo.
La trama del poliziesco è complessa: due giovani fratelli calabresi, lui un promettente ricercatore universitario, lei una bellissima ragazza piena di charme, vengono barbaramente uccisi in casa, lui colpito alla testa, ancora seduto allo scrittoio con la penna in mano, lei sul letto, strangolata.
Le ricerche affannose di un colpevole, di un movente, di un spiegazione, portano gli agenti a scandagliare il mondo vicino ai due ragazzi: il fidanzato di lei, un cantante rasta squattrinato, il loro padre, da poco uscito di prigione dopo aver scontato una condanna per omicidio avvenuto sedici anni prima nel loro paese d’origine.
De Giovanni sa raccontare l’odierna Napoli con grande efficacia, tutti gli ambienti vengono analizzati e descritti: una grande agenzia di modelle con sede nel centro direzionale, una sede universitaria con efficienti laboratori in centro, un pub molto fashion, l’appartamento borghese asettico dove vive la famiglia di Alex, la trattoria di Letizia dove si mangiano squisite specialità partenopee, una chiesa il cui parroco dai capelli candidi e dall’aspetto innocuo è in realtà un potenziale assassino, una scuola media dove l’insegnante di lettere e la dirigente fronteggiano un sospetto caso di molestia sessuale ai danni di una dodicenne, una boutique di lusso al Vomero che cela un insospettato traffico... il tutto nel gelo di giornate rigidissime, che sembrano simboleggiare la freddezza e il ghiaccio che si nasconde dietro rapporti familiari terribili e legami solo di facciata.
De Giovanni racconta una “moderna metropoli mediterranea globalizzata, che ha perso la sua vera identità, e somiglia a tante altre città, Marsiglia, Atene…”: non vi è nulla di davvero napoletano nel romanzo, come avveniva invece nella serie dei libri dedicati al commissario Ricciardi, ma piuttosto la crisi dei rapporti di coppia e dei legami familiari. L’invidia, il senso del possesso, l’autorità patriarcale sui figli sono i temi al centro del romanzo e quelli su cui si appunta maggiormente l’acuta analisi psicologica dell’autore che lavora con grande maestria nella costruzione dei personaggi.
Gelo di Maurizio de Giovanni si legge con grande curiosità, ma anche con un leggero senso di inquietudine: vi si trova una profonda infelicità che sembra coinvolgere tutti i protagonisti, prigionieri di schemi dai quali non sembrano saper uscire, e una gelida malinconia, dovuta alla incapacità di un vero dialogo; così quelli che sembravano amici si scoprono traditori e ne nasce una delusione che può condurre al delitto.
Ottima e scorrevole la scrittura, piena di anafore e allitterazioni, che rendono il testo complesso ma intrigante, capace di sottolineare con forza sentimenti profondi e profonde infelicità attraverso l’uso sapiente dei dialoghi.
Gelo: per i Bastardi di Pizzofalcone
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