Giò
- Autore: Helen Brown
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2013
Dopo la toccante storia di Cleo, la gattina nera che ha restituito a Helen Brown e alla sua famiglia la gioia di vivere a seguito dell’improvvisa e tragica morte del primogenito Sam, arriva un secondo libro dedicato al successore della straordinaria micetta, "Giò" (Piemme, 2013).
Gli anni sono passati, vedendo un divorzio, un nuovo matrimonio e nuove nascite; anche Cleo è passata a miglior vita, ed Helen ha giurato, come molti fanno, di non volere mai più un nuovo gatto. Ovviamente, come molti fanno, ha dovuto rimangiarsi il giuramento, complice la sorella e il commesso di un negozio di animali.
Se avete letto “Cleo” e siete curiosi di sapere che fine abbiano fatto i suoi protagonisti, eccovi dunque serviti. La narrazione inizia bene: lo stile dell’autrice, rispetto alla precedente prova, si è fatto più scorrevole, e le prime pagine scivolano via spedite, invogliando a proseguire la lettura. Poi, però, il tutto rallenta, e non perché i fatti della vita dell’autrice non siano degni di nota e di costituire una storia da raccontare, ma piuttosto perché vengono affrontati frettolosamente, superficialmente, probabilmente per l’esigenza di stringare in un libro, sebbene di più di quattrocento pagine, tutti gli avvenimenti importanti che hanno segnato la vita della famiglia.
E di avvenimenti ce ne sono stati, a partire dal matrimonio del secondo figlio, Rob, con la dolce Chantelle, fino alla nascita di Annie. L’ultimogenita Katharine, dal canto suo, ha iniziato l’università lasciando la casa dei genitori. Rob e Katharine, però, nella narrazione sono relegati a personaggi di contorno, ai quali viene dedicata qualche riga ogni tanto, senza approfondire il rapporto esistente con loro, e specialmente con Rob, il figlio colpito in giovane età dalla morte di Sam e salvato dall’affetto di Cleo. Sarebbe stato, invece, interessante esplorare i pensieri del ragazzo e il percorso che l’ha portato a diventare un adulto, da quanto si capisce, equilibrato e sereno.
Il racconto è, invece, essenzialmente basato sui due fatti che indubbiamente sono stati i più significativi: la lotta di Helen contro il cancro e la partenza della figlia Lydia per lo Sri Lanka. Helen, infatti, è stata colpita da un cancro al seno che ha richiesto una mastectomia e un conseguente intervento ricostruttivo, lasciandola prostrata e alle prese con una difficilissima convalescenza.
Dal canto suo Lydia, anteponendo le proprie esigenze alla malattia di sua madre, l’ha abbandonata proprio alla vigilia dell’intervento, decidendo di trasferirsi in un monastero in Sri Lanka per praticare la meditazione. I giorni dell’assenza di Lydia sono stati i peggiori della vita di Helen, già alle prese con la propria malattia e in preda al terrore che la figlia si facesse monaca e non tornasse più. Improvvisamente, però, la ragazza è tornata per seguire la convalescenza della madre come la più premurosa delle infermiere.
Un successivo viaggio in Sri Lanka di Helen ha rimesso a posto le cose fra madre e figlia, dando una spinta diversa al loro rapporto e facendo riflettere Lydia.
E Jonah detto Giò? In tutta questa storia sembra anche lui un personaggio marginale, che procura più preoccupazioni che sostegno, con i suoi problemi comportamentali. Indubbiamente molto amato, non risulta però chiaro in quale modo particolare abbia sostenuto Helen e la sua famiglia. Il suo ruolo non risulta affatto sviluppato: un peccato, per un libro che dovrebbe essere dedicato a lui.
Giò
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