Gli amori degli altri. Tra cielo e terra, da Zeus a Cesare
- Autore: Eva Cantarella
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2018
Narrare l’amore, in tutte le sue dinamiche e sfaccettature, partendo dagli usi e dalle tradizioni degli antichi e riuscirci con il consueto stile elegante e allo stesso tempo ironico: lo ha fatto Eva Cantarella nel suo ultimo libro,"Gli amori degli altri. Tra cielo e terra, da Zeus a Cesare" per la Collana I Fari de La Nave di Teseo (2018, pp. 234).
L’autrice ha particolare dimestichezza con la materia, in quanto studiosa proprio di diritto romano e diritto greco antico, avendoli oltretutto insegnati per molti anni in prestigiosi istituti accademici, sia italiani che stranieri. Ha scritto inoltre numerosi saggi, come ad esempio "Dammi mille baci", "Sopporta cuore", o "Ippopotami e sirene. I viaggi di Omero e di Erodoto" per diverse case editrici, analizzando sempre il mondo dei nostri avi, concentrandosi sulla condizione femminile.
“Gli altri” del titolo sono i greci, di cui parla nella prima parte e i romani che vengono affrontati nella seconda. E li definisce “altri” perché diversi da noi nell’intendere e nel vivere il sentimento amoroso, anche se poi, come si vedrà nel corso della lettura, che alcune brutte abitudini permangono ancora nella società attuale. Varie sono però anche le differenze fra le due civiltà, basti pensare al capo del gruppo, nei romani detto pater familias, che poteva condannare a morte i figli dopo averli giudicati nel tribunale domestico, con tanto di sentenza eseguita in via privata. Cosa per noi impensabile, così come lo era per i greci. Motivi per cui – spiega la saggista – si è reso necessario creare due parti distinte.
Per i greci, dei e mortali erano ritenuti identici e quindi vivevano l’amore, eros, allo stesso modo, a parte l’ovvio fatto che le divinità vivevano in eterno. Tra le storie illustrate, quella fra la Luna e il pastore Endimione, dove i protagonisti sono proprio un corpo celeste e un essere mortale, ma soprattutto vengono citate le numerose vicende che vedono protagonista Zeus, tanto da essere considerato il primo molestatore seriale della storia occidentale. La relazione fra Elena e Paride invece, famosa non solo per aver scatenato la guerra di Troia, ma anche perché ha dato il via, col trattamento speciale che a lei venne riservato nonostante fosse un’adultera, a concetti giuridici per noi oggi fondamentali come il dolo o la colpa. Nel discorso sempre teso ai nostri giorni con sguardo critico, è importante la riflessione sulla terribile vendetta di Medea verso il suo sposo Giasone, che sta lì a ricordarci che certe conseguenze, a volte, scaturiscono da particolari condizioni in cui ci si viene a trovare e che una spiegazione c’è sempre, pur dietro fatti atroci o a prima vista inspiegabili. Per non parlare poi dei piani di livello sbilanciati fra uomo e donna. Emblematico il legame fra Ulisse e Penelope.
Per quanto riguarda i romani, invece, furono influenzati da varie culture, ma quella che più di ogni altra lasciò una traccia rilevante fu la comunità etrusca. Il discorso amoroso – come lo chiama Eva Cantarella – ha sì delle similitudini con i greci, ma non così tante come di solito si pensa. L’elemento in comune più evidente è l’atteggiamento nei confronti del genere femminile, considerato inferiore, se pur nella storia ci saranno poi dei mutamenti. I casi addotti sono tanti e tutti rimarchevoli: la cessione delle mogli, con in particolare la storia di Marzia e Catone, o l’autoesaltazione della virilità maschile. A tale ultimo proposito molto interessante è il “modello Pompei”, nella quale ciò che resta ha una importanza fondamentale per studiare e spiegare comportamenti e stati d’animo di allora. Riguardo la virilità, se in Grecia era propria degli adulti, in quanto i ragazzi non la possedevano fino a una certa età e in questo venivano equiparati alle donne, nei romani un’idea simile non era concepibile. Civis romanus sum, era un orgoglio solo dirlo, figurarsi praticarlo:
I romani erano nati per dominare il mondo: questa era la loro etica politica. E l’etica sessuale era ispirata allo stesso concetto: non farsi mai sottomettere, neppure in amore. In questo campo, mentre il greco diventava uomo crescendo, il romano nasceva già tale.
Spicca, inoltre, la tematica riguardante le ambiguità sessuali, e a prevalere su tutti, fra i personaggi esaminati, è senza dubbio Cesare (descritto eloquentemente come «il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti»).
"Gli amori degli altri. Tra cielo e terra, da Zeus a Cesare" è un’opera divulgativa destinata soprattutto a coloro che non hanno studiato i classici o che li conoscono poco. Una lettura per il sapere. D’altronde, il modo migliore per capire il presente e riflettere su di esso, è iniziare, giustappunto, da chi ci ha preceduto.
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