Gli arancini di Montalbano
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
Sono venti i succinti racconti che compongono "Gli arancini di Montalbano" (Milano, Mondadori 1999). Si leggono d’un fiato e caratterizzano il modo di pensare e di agire di Montalbano. In "Sostiene Pessoa", titolo che allude a Sostiene Pereira(1994) di Antonio Tabucchi, traduttore di Pessoa, la sua strategia investigativa ha un chiaro ascendente: quello adottato da Qaresma, detective del citato scrittore portoghese. Camilleri così scrive:
“…se uno, passando per una strada, vede un omo caduto sul marciapiede, istintivamente è portato a domandarsi: per quale motivo quest’uomo è caduto qui? Ma, sostiene Pessoa, questo è già un errore di ragionamento e quindi una possibilità di errore di fatto. Quello che passava non ha visto l’uomo cadere lì, l’ha visto già caduto. Non è un fatto che l’omo sia caduto in quel punto. Quello che è un fatto è che egli si trova lì per terra. Può darsi che egli sia caduto in un altro posto e l’abbiano trasportato sul marciapiede. Può essere tante altre cose, sostiene Pessoa”.
Che sia necessario attivare il meccanismo del ragionamento per andare oltre le apparenze è dunque la regola fondamentale. Non sempre la certezza è desumibile dal visibile; anzi, è oltremodo più sensato indirizzare le proprie energie alla scoperta di ciò che sfugge alla percezione del momento. Il punto di partenza dell’ingranaggio poliziesco è dato dall’attenzione ai segnali, anche i più banali, che provengono dalla realtà circostante (un gesto, un detto, un dettaglio incongruo, le coincidenze…). Bisogna essere pronti a raccoglierli e a decodificarli in modo che, senza stonature, possano situarsi nella mappa cognitiva. Ce ne rendiamo conto leggendo "Una mosca acchiappata al volo". Qui, mentre il pubblico ministero fa la requisitoria, il presunto colpevole di un omicidio afferra una mosca al volo: particolare questo che incuriosisce il nostro commissario fino a convincersi dell’innocenza di costui. Come a dire che la mente deve aprirsi a trecentosessanta gradi sulla realtà. Uno sbirro, al pari dei medici, scrive Camilleri in "La revisione", deve “rendersi conto a colpo d’occhio se un paziente è malato o no”. Dall’osservazione ai processi associativi, che fanno sbocciare le deduzioni, il passo è breve. Così ne Il referendum popolare, mentre indaga sul caso di un ferito con un colpo di pistola, Montalbano instaura una relazione tra due eventi: a prima vista gli si mostrano slegati, ma grazie ad un accostamento giunge a una svolta che gli fa modificare la visione della realtà, elaborata in precedenza. E che dire del “saltafosso”? La strategia-trappola da lui messa in atto con una buona dose di teatralità ha uno scopo preciso: indurre il colpevole a confessare, ponendogli dinanzi verità ancora da provare oppure dati non veritieri che lo mettano in crisi. La meditazione, è noto, può essere favorita o meno dai luoghi in cui ci si trova. Perciò, Montalbano, quando deve “ragionare”, ne frequenta alcuni in particolare. Ad esempio, in "Pezzetti di spago assolutamente inutilizzabili" lo troviamo, nello spazio in cui cresce l’ulivo saraceno, immagine suggestiva ricavata dalle parole dette da Pirandello, al figlio Stefano a proposito della soluzione scenica da dare all’opera incompiuta "I giganti della montagna". In sostanza, questi racconti, di cui si è fornita appena una proposta di lettura, contengono tutti i meccanismi cari a Camilleri. Non resta che esplorarli con la bramosia della scoperta.
Gli arancini di Montalbano
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