Gli assassini del pensiero di Michela Marzano

Che si tratti di Berlusconi o di Sarkozy, gli "uomini politici nuovi" mettono in scena la loro esistenza e la loro riuscita per colpire gli elettori in modo intimo, per suscitare le loro emozioni e mobilitare le loro passioni. Fanno appello alla compassione impietosendosi sulla sorte dei più infelici. Ma, al tempo stesso, organizzano lo spettacolo di un potere che si impone grazie al loro preteso carisma personale.

Le frequenti citazioni dei due politici non devono indurci in errore e farci pensare che quest’opera sia solo una critica contro Berlusconi o Sarkozy: è molto di più.
Questo libro disturba (bene, fa il suo dovere), ma l’appello al ravvedimento non è rivolto ai capi di stato e di governo, nuovi o presunti nuovi, è rivolto a tutti noi che assistiamo a fenomeni inquietanti senza battere ciglio, senza notare le numerose somiglianze con i regimi totalitari del passato tanto deprecati dagli stessi politici che ora li copiano sotto molti aspetti. Buona parte del libro viene dedicato all’analisi dell’ascesa al potere del fascismo in Italia, e, leggendo, è incredibile come le frasi manterrebbero il loro senso se cambiassimo il nome di Mussolini con altri a noi contemporanei.

L’uso ambiguo del linguaggio, lo sfruttamento dello sport a fini politici e diversivi, la demonizzazione dell’altro, gli appelli alle passioni al posto del ragionamento, l’amalgama di vecchio e nuovo, questi ed altri elementi creano parallelismi illuminanti, eppure inascoltati.
Spetta agli intellettuali di ieri e di oggi cercare di scuotere il popolo dal sonno dello spirito critico.

- Centro Studi Erickson, 2012