Gli eredi di Harold Robbins

Gli eredi di Harold Robbins (edito in Italia da Mondadori nel 1982) è il terzo libro di una trilogia iniziata con I mercanti di sogni e proseguita con L’uomo che non sapeva amare.

Tra queste pagine leggeremo dell’affascinante mondo del tubo catodico. Sì, perché all’epoca nella quale è ambientato questo libro non si parlava quasi di tv a colori, figuriamoci di pay-tv e simili.
Il nostro protagonista, Stephen, deciderà d’investire soldi e soprattutto se stesso per fondare un impero mediatico fino a quel momento impensabile. Facile a dirsi, certo. La realtà? Compromessi, soldi in nero, sesso mercenario e chi più ne ha più ne metta.
Eppure Stephen sa come ottenere ciò che vuole da un uomo così come da una donna e non esiterà a giocare tutte le sue carte. Anche quelle che non ha. Certo, dal di fuori Stephen sembra un pezzo di roccia ma, come tutti noi, anche lui ha dei demoni che lo dilaniano dall’interno. La domanda è: riuscirà a vincere prima che questi mostri abbiano dato il fatidico ultimo morso?

Harold Robbins ci parla del mondo del jet-set, delle sue (poche) luci sfavillanti e delle (tante, tantissime) ombre e lo fa con il suo stile affilato come la lama di un rasoio. D’altra parte se si è meritato l’appellativo di Mr. Bestseller un motivo ci deve pur essere. Motivo che capiremo dopo aver letto solo poche pagine.

Una storia che sembrerà un film su carta, attori inconsapevoli del nostro sguardo che metteranno in scena per noi uno spettacolo affascinante e raccapricciante, a seconda dei casi. E non sempre in egual misura.
Un libro pensato che chi mangia pane e intrighi, magari conditi con un pizzico d’amore e di passione. Forse non sarà quel sentimento che farà girare la testa ma ci farà comunque star bene. Un libro corposo che però, vi posso assicurare, finirà fin troppo in fretta. Se cercate una storia per estraniarvi dalle vostre giornate tutte uguali, avete trovato ciò che fa per voi.