Gli inquieti
- Autore: Linn Ullmann
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2021
Linn Ullmann è la figlia di due mostri sacri del cinema scandinavo: Ingmar Bergman e Liv Ullmann. Gli inquieti (Guanda, 2021, trad. K. Bagnoli), che sto per recensire, è un omaggio ai genitori, gli inquieti del titolo, visti nella loro forza e debolezza.
Le parti legate al padre sono le più toccanti, considerato che il regista svedese è morto nel 2007, ormai del tutto demente. La donna mette in risalto le conversazioni con il padre avendo intenzione di scrivere un libro su di lui. Ma dopo la morte dello stesso recide ogni legame e per qualche anno abbandona l’idea, riprendendola dopo il 2014.
E nasce un’opera che racconta di un grande amore tra una giovane attrice e un regista maturo, Ingmar, un amore che con il tempo si trasforma in amicizia.
Liv è giovane e fragile, ha la tendenza a innamorarsi degli uomini sbagliati e sembra appoggiarsi alla figlia, una bimba troppo cresciuta.
Il padre Ingmar è visto nella solitudine dell’isola di Farom, circondato dai ricordi e dalle sue donne, di cui è sempre innamorato anche se le ha lasciate.
Linn Ullmann nella prima parte racconta di un’infanzia anni Settanta (che nostalgia), una libertà che ora nel ventunesimo secolo non esiste.
Bergman predilige Linn perché è la figlia minore ed è la più affine al suo modo di pensare.
L’ultima parte è la più triste con continui riferimenti alla vecchiaia e alla morte che incombe. Linn sembra spaventata, piena di paura, consapevole di stare perdendo i suoi punti di riferimento.
In sostanza un bel libro, con una prosa agevole fatta di frasi brevi e con un lessico piano e misurato come le estati svedesi. Notevole l’uso dell’alternanza dei piani temporali tra passato, presente e futuro. Ottimo come lettura.
Gli inquieti
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Un libro perfetto per...
agli appassionati di cinema
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli inquieti
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