Gli scoiattoli di Central park sono tristi il lunedì
- Autore: Katherine Pancol
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2011
Dopo "Gli occhi gialli dei coccodrilli" e "Il valzer lento delle tartarughe", Katherine Pancol torna con il terzo capitolo della trilogia: "Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì" (Dalai editore, 2011). Pur essendo le vicende dei protagonisti strettamente legate a quanto successo nei capitoli precedenti, il romanzo può essere letto come un libro autonomo, indipendente per vicende e contenuti: l’unico pericolo che si corre è che, come è successo a me, dopo ci si penta amaramente di non aver letto i precedenti capitoli di una saga familiare tra le più appassionanti degli ultimi anni.
Dopo la morte della sorella Iris, assassinata dal suo amante, la timida e insicura Josephine non riesce a darsi pace: innamorata di Philippe, ex-cognato nonché ex-marito di Iris, preda dei sensi di colpa e di un’inguaribile disistima, decide di allontanare l’uomo e tornare alla sua solitaria vita parigina. Proprio a Parigi, grazie alla figlia Zoè, adolescente ribelle alle prese col primo tormentato amore, si imbatterà in uno strano diario che cambierà la sua vita, consegnandole la storia per un nuovo, strabiliante romanzo. Nel frattempo, a Londra, la figlia maggiore Hortense, caparbia e ribelle, si fa largo sgomitando nel difficile mondo della moda, combattuta tra la prospettiva di una strabiliante carriera e l’amore di sempre Gary. A Londra ci sono anche Philippe e Shirley, la migliore amica di Josephine, incapace di accettare l’amore sincero e pulito di Oliver – la cui unica “colpa” è quella di non farla soffrire come i precedenti amanti – e morbosamente attaccata al figlio Gary, ventenne in crisi che per la prima volta sente il bisogno di partire alla ricerca di un padre mai conosciuto. Sullo sfondo le vicende di Henriette, Marcel, Josiane e del divertentissimo tre-enne Junior, uno dei personaggi in assoluto più riusciti, enfant prodige divertente e a tratti commovente per quello strano miscuglio tra genialità e innocenza che lo caratterizza.
Un romanzo semplicemente meraviglioso, che, proprio come una sinfonia, è il risultato finale dell’accordo perfetto tra molteplici strumenti – i personaggi – estremamente diversi, variopinti e complementari. Il merito è dell’autrice, che come un bravo maestro d’orchestra riesce non solo a scegliere gli ingredienti giusti – amore, amicizia, realismo, un pizzico di tristezza e tanta, tanta ironia – ma anche a dosarli con maestria, creando una galleria infinita di personaggi che interagiscono tra loro in maniera del tutto naturale, ritmata e avvincente, senza forzature e con pochissimi passaggi prevedibili. Catherine Pancol è bravissima nel regalare un’anima ai suoi personaggi, perfino quelli secondari e le molteplici comparse: ognuno di loro è dotato di un passato, di vizi, virtù, ossessioni e contraddizioni come qualsiasi essere umano. L’evoluzione delle loro vite e delle vicende che li coinvolgono passa attraverso le pagine di un romanzo che assomiglia allo scorrere della vita vera, in cui il tempo scorre di volta in volta a un ritmo diverso e modifica irrimediabilmente le persone. Lo stile della Pancol è una sorpresa: fresco, scorrevole, semplice e veloce, riesce a fare a meno di una punteggiatura rigorosa e passa senza batter ciglio dalla terza alla prima persona senza infastidire in alcun modo il lettore; al contrario, lo coinvolge intimamente nelle narrazione e fa in modo che il linguaggio passi in secondo piano rispetto alle emozioni dei protagonisti.
Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì
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