Gli strani delitti di Steep House di M.R.C. Kasasian

Dopo le precedenti quattro avventure della premiata ditta Sidney Grice - March Middleton, ritroviamo gli stessi bizzarri protagonisti, nell’ultima e recente fatica di M.R.C. Kasasian, “Gli strani delitti di Steep House” (Newton Compton, 2018).
La vita scorre serafica tra le mura del civico 125 di Gower Street, quando qualcuno viene a chiedere giustizia; stavolta non è un omicidio a scatenare l’esigenza di un’indagine da parte dei due detective “personali”, ma una serie di stupri efferati, ai danni di donne giovani e facoltose. Qualcuno si aggira per le vie cupe e maleodoranti di Londra, per assalire donne indifese e abusare di loro.

La girandola di protagonisti e comprimari qui è variegata e variopinta: si passa da un nobile e aitante principe prussiano, a un gestore di una fumeria di oppio, che si spaccia per cinese, ma è di origini gallesi, fino a due giovani donne, di cui una è sfigurata e l’altra inferma. In questo capitolo la giovane March sembra perdere un po’ del suo piglio curioso ma deciso, lasciando campo libero all’estro, scostante ma ponderato e riflessivo del suo tutore.
Probabilmente la scoperta da parte della giovane donna di un nuovo ritorno a vita romantica la rende meno attenta e prudente ai pericoli insiti in una vita investigativa.
L’afflato tra il tutore e la sua pupilla si fortifica, creando una sintonia che si alimenta anche di una novella stima verso le doti analitiche della Middleton da parte di Grice,
e che troverà conferma nelle pagine finali del libro.

L’autore, solitamente caustico e con doti umoristiche che alleggeriscono le sue opere, qui inserisce, con mia piacevole sorpresa, anche un lato drammatico e duro che coinvolge il lettore più profondamente del solito.
L’avventura non ha solo le tinte del giallo, ma assume contorni crudi, spesso anche efferati, nella descrizione delle violenze perpetrate ai danni delle vittime.
Si crea pertanto una bella miscellanea di sensazioni dolci amare, che contribuiscono a rinnovare un “cliché” precostituito che Kasasian ripropone in ogni sua fatica, ma che crea familiarità, affezione, calore.
Certamente l’epilogo, che mi guardo bene dallo svelare, per lasciare il piacere ad altri lettori, suscita emozione e fervente attesa verso una nuova “puntata” di questa bella saga.