Gloria Guida. Il sogno biondo di una generazione
- Autore: Gordiano Lupi
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Parafrasando il titolo di un libro di Stefano Loparco sulla Fenech (“Il corpo dei Settanta”, Edizioni Il Foglio 2015), il vero "corpo" cinematografico dei Settanta è quello di Gloria Guida. Un corpo al cospetto del quale ogni aggettivo ne esce svilito. Un corpo biondo, poetico, inarrivabile, perfetto. Un corpo, peraltro, dotato di una “testa” (nel senso di dotato di materia grigia) capace di operare e cavarsela a dovere. Aldilà di ciò che ne dicevano le femministe dell’epoca, Gloria Guida è un’icona meta-cinematografica, incarnante in traslato lo spirito femminile anni Settanta, con quello che significa in termini di disincanto sentimentale, libertà, ironia, seduttività, desiderio nascente di autonomia. Dentro e fuori lo schermo sexy all’italiana che la Guida fosse portatrice sana di intelligenza + capacità attoriali si scorgeva lontano un miglio, anche se poi lo sguardo andava a concentrarsi su altre qualità più visibili e non da poco. A essere fumettistici erano semmai i copioni di molti film nei quali recitava, così come le macchiette che le arrancavano affianco, gli Alvaro Vitali, i Renzo Montagnani & Co. nel ruolo perenne di arrapati guardoni da buco della serratura. In altre parole, per la Guida l’apoteosi di massa era più che prevedibile e i giudizi esacerbati della critica nulla hanno potuto sull’immaginario collettivo che la ha eletta “sogno biondo di una generazione”, per venire adesso al titolo del libro (un titolo apodittico, stando anche alla copertina soap) che Gordiano Lupi le dedica per le Edizioni Il Foglio “Gloria Guida. Il sogno biondo di una generazione” . A partire dal 1974, ventisette pellicole in soltanto otto anni, fanno di lei una stella del cinema di genere e non credo c’entri solo il fatto che gli uomini continuino a preferire le bionde. Attraverso la lettura analitica dei suoi film, questo libro si rivela come un atto d’amore pubblico e privato verso un corpo cinematografico capace di bucare lo schermo e lasciare un "segno" profondissimo equidistante tra occhi e cuore, di certo più indelebile di quello lasciato per antonomasia da Zorro. Aldilà delle "docce" in favore di mdp e degli stereotipi di ruolo - “minorenne”, “novizia”, “liceale”, “ragazzina”, “ragazza alla pari”, playmate da rivista patinata - Gloria Guida brilla di suo di luce naturale in ogni circostanza in cui è stata chiamata a recitare: nei thriller paranormali in odore di B-Movie (“Il triangolo delle Bermude”) come alla corte di registi quali Steno, Risi e Corbucci. Galeotto sarà infine “Sesso e volentieri”, sul cui set incrocerà strada e vita con Johnny Dorelli che la farà sua moglie, infrangendo desideri e speranze proibite dei maschi italiani. “Il sogno biondo di una generazione” (mai titolo fu più calzante a spiegare il fenomeno-Gloria Guida), ne (rin)traccia la parabola senza affanni apologetici: là dove ci si imbatta in pellicole di tenore imbarazzante, l’autore, anzi, non le manda a dire. Nel tipico stile "alla Lupi" che se ne infischia dei pregiudizi, scrivendole, se è il caso, fuori dai denti. In ultimo e per inciso: si tratta di una biografia artistica godibile e autorizzata, poiché Gloria Guida ne firma di suo pugno la prefazione.
Gloria Guida. Il sogno biondo di una generazione
Amazon.it: 14,25 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gloria Guida. Il sogno biondo di una generazione
Lascia il tuo commento