Neri Pozza, nella sua collana “Spleen”, ha pubblicato Il grande Gatsby (2021, titolo originale The Great Gatsby, traduzione di Alessandro Fabrizi, illustrazioni di Sonia Cucculelli, pp. 280) di Francis Scott Fitzgerald (Saint Paul, 24 settembre 1896 – Los Angeles, 21 dicembre 1940), pubblicato per la prima volta nel 1925 dallo scrittore e sceneggiatore statunitense, autore di romanzi e racconti.
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Il grande Gatsby: un classico eterno
Dal capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, considerato una dei maggiori scrittori del Novecento americano, sono stati tratti quattro adattamenti cinematografici, i più celebri la versione datata 1974 diretta da Francis Ford Coppola, protagonisti Robert Redford e Mia Farrow, e la quarta e ultima versione, nel 2013, diretta da Buz Luhrmann, con Leonardo di Caprio nei panni del milionario dall’oscuro passato e dal tragico destino, premiata con due Oscar. Sia Coppola sia Luhrmann sanno perfettamente evocare le contraddizioni e i drammi dell’l’Età del jazz e i cosiddetti “ruggenti Anni Venti” del XX Secolo, straordinariamente resi vivi in queste pagine dalla mano sensibile di Sonia Cucculelli.
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Contraddizioni e drammi che non mancano nella storia di Jay Gatsby, vista attraverso il racconto di Nick Carraway, l’io narrante di un’epoca immortale e leggendaria. “The Jazz Age”, quel decennio che va dalla fine della I Guerra Mondiale fino alla grande crisi economica americana del ’29, che trascinerà con sé i futili sogni di gloria di chi si illudeva di poter acquistare tutto con il denaro.
Ero ancora molto giovane e in quell’età più vulnerabile quando mio padre mi fece una raccomandazione che da allora mi frulla ancora in testa. “Quando sei spinto a giudicare qualcuno - mi disse - ricorda che non tutti a questo mondo hanno goduto dei vantaggi che hai avuto tu”.
Infatti, Carraway, memore della raccomandazione paterna, non giudica Gatsby, ex gangster ora milionario, il quale organizza stravaganti feste da favola nella sua fantastica proprietà sulla baia di Long Island, per stordirsi e per darsi un’aurea di rispettabilità. Tutto pur di riconquistare il cuore egoista e fatuo di Daisy Fay, l’incantevole cugina di Nick, con la quale Jay aveva intrapreso una relazione cinque anni prima, ora infelicemente sposata con l’infedele e rozzo Tom Buchanan, famoso giocatore di football americano di Chicago. Un amore ossessione è quello che prova Jay per Daisy, che rappresenta per lui l’amore giovanile idealizzato, impossibile da dimenticare. Ecco perché ogni notte Gatsby, bello e dannato, osserva la villa dei Buchanan situata sulla sponda opposta alla sua, sullo stretto di Long Island. Un sogno apparentemente vicino ma lontano e che si interromperà all’alba. Con un colpo di pistola.
Amore, passione, gelosia, brama di denaro e potere, ambizione, successo, disillusione e fine dei sogni giovanili. C’è tutto in questo romanzo capolavoro di Fitzgerald, che resta sempre attuale e che termina con una frase indimenticabile che riguarda ciascuno di noi.
“Così remiamo barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald torna in libreria con una nuova traduzione
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