Gridalo forte
- Autore: James Baldwin
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2013
James Baldwin è uno degli scrittori statunitensi più importanti dello scorso secolo. Le sue opere hanno formato generazioni e generazioni di uomini, tra i più famosi ci sono Martin Luther King e Malcolm X, i quali hanno condiviso con lui battaglie politiche che hanno fatto la storia della nostra cultura occidentale.
I suoi libri spaziano tra saggi e romanzi, vantando una produzione vastissima che non si limita al racconto della comunità nera in America, ma all’esplorazione dei dubbi e dei difetti di tutti gli esseri umani. Il suo primo romanzo, Gridalo forte (Amos Edizioni, 2013, traduzione di Silvia Mondino), risponde a un’esigenza ben precisa, Baldwin necessitava di fare pace con il suo passato, con la storia della sua famiglia, per questo scrisse una sorta di autobiografia, utilizzando John Grimes, un ragazzo di appena 14 anni destinato a una vita brillante, per raccontare la sua travagliata infanzia.
Gridalo forte narra il percorso spirituale di quattro persone collegate, non solo da una strana linea di sangue, ma da una incrollabile fede che li porterà a incontrarsi, la stessa sera, in una chiesa di Harlem frequentata dalla famiglia Grimes da tempo immemore.
Questo è un romanzo che descrive, con gli occhi dell’autore, l’educazione cristiana protestante a cui era sottoposto lo stesso Baldwin da piccolo.
Lo scrittore statunitense non tratta con stupidità il proprio lettore, non vuole mostrare un mondo fatto di personaggi che non esistono, decide di mettere in scena dubbi, peccati e rimpianti di tutti i protagonisti, anche quelli più spirituali, anche gli intoccabili nascondono un passato difficile.
Baldwin ci tiene a mostrare tutte le contraddizioni, tutte le storture, di un mondo fatto di pura formalità, che, la maggior parte delle volte, tende a trascurare la stessa empatia propagandata ogni giorno nella casa di Dio.
L’autore scrive:
“Anche io ho letto la Bibbia, e la Bibbia dice che l’albero si riconosce dai suoi frutti. Quali frutti hai dato tu che non siano stati peccato, dolore e vergogna?”
Il libro, pubblicato per la prima volta in America nel 1953, non racconta solo l’educazione di Baldwin, ma descrive un periodo storico ben preciso, testimonia il modo di pensare e di vivere delle persone che hanno vissuto la schiavitù sulla propria pelle. Gridalo forte parla di discriminazione, di odio, di relazioni che scompaiono come se non fossero mai esistite e di rimpianti imperdonabili.
I personaggi del romanzo sembrano nascere tutti da un peccato originale, non riescono a comunicare, non riescono ad avere interazioni con il prossimo senza creare problemi.
L’opera prima dello scrittore statunitense, seppur non priva di difetti, è un manifesto politico e sociale di una generazione che, dalle pagine di Baldwin, sembra essere cresciuta da una ferita insanabile.
Nessuno dei protagonisti riesce a smarcarsi dell’ombra dei propri genitori, come se il proprio legame di sangue fosse una colpa o un marchio stampato sul volto, nato da un trauma di cui non si è a conoscenza, ma che si cerca di nascondere con vergogna:
“A chi, fra tutti quelli che hai incontrato nella tua santa vita, non hai fatto bere una coppa di dolore?”
Gridalo forte
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