Guida semiseria per aspiranti storici social
- Autore: Francesco Filippi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2022
Prima di questo pamphlet, lo storico Francesco Filippi si era speso molto per smontare l’idea che in un certo periodo storico, quello mussoliniano, i treni arrivassero in orario e non solo, che le terre dell’Agro Pontino fossero state bonificate e che, addirittura, nei paesi africani colonizzati gli italiani si comportassero in modo ineccepibile.
Tanto che il primo libro di Francesco Filippi, edito da Bollati Boringhieri nel 2019, aveva come titolo Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (Bollati Boringhieri, 2019).
Ma non pago, sempre per la stessa casa editrice, nel 2020, Filippi pubblicò Ma perché siamo ancora fascisti? Un conto rimasto aperto, sul finire del 2021 è la volta di Noi però gli abbiamo fatto le strade. Le colonie italiane tra bugie, razzismi e amnesie (Bollati Boringhieri, 2021).
Poi Francesco Filippi si è accorto che gli studiosi e gli appassionati di storia ormai erano presenti su tutti i social e non solo per discutere di eventi recenti, ma di tutto lo scibile storico. Sono sempre più affollati, ad esempio, i gruppi che difendono a spada tratta il Medioevo o la Guerra dei Trent’anni; di solito il tipico utente social scrive: "Io su questo argomento storico ho letto tutto" e gli altri devono stare a questa affermazione, che potrebbe essere falsa, oppure riducibile a citazioni e contesti trovati direttamente su Internet.
Quando la vuole vinta un ignorante che fa quello che sa tutto sul periodo vittoriano in Inghilterra, ad esempio, gli serve questa autorevolezza d’accatto per litigare con tutti a colpi di "lei non sa chi sono io". Che poi è vero, noi sui social scriviamo commenti di carattere storico a illustri sconosciuti, che, invece, bramano dalla voglia di mordere.
Francesco Filippi fa un esempio pratico, ovvero: "Quando noi ci difendemmo sull’Amba Alagi" scrive in una delle tante pagine che trattano delle guerre del Novecento, un certo Firmino, studioso di storia militare.
Scrive Filippi:
Potrebbe sembrare una frase di poco conto, un sottoprodotto del chiacchiericcio in rete, eppure, a ben guardare porta con sé artifici semantici non secondari. Quel "noi" nel contesto pesa come un macigno retorico, perché riveste l’intera discussione di un carattere familiare, intimo.
Chi scrive per motivi universitari ha imparato quasi a pappagallo il saggio Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo di Renzo De Felice, pubblicato nel 1961, ma ristampato continuamente, perché resta, nel bene e nel male, il saggio più esauriente di quel periodo particolare.
Volevo caricare il mio commento di un contenuto valoriale, ma che sembrasse anche un monito a chiudere una quantità enorme di commenti che stavano scadendo nel personale e mi sono sentito assediato da persone che avevano trasceso, investendomi di improperi, perché avevano deciso di scartare dalle loro discussioni tutti i libri di Renzo De Felice, in particolar modo quello sopracitato. C’è stato un rifiuto emotivo netto del mio commento che quindi ho dovuto togliere.
L’autore, in un capitolo del libro dal titolo Gli esseri umani vivono nel tempo e col tempo, spiega perché i fatti storici non cambiano, ma i giudizi storici su quei fatti sì e cambiano anche gli essere umani quando scrivono un post sul più vecchiotto dei social, Facebook. Quindi chi scrive può trovare discutibile che si tolga dai commenti uno studioso come Renzo De Felice, ma sicuramente è nel torto quando ha pensato che con un solo commento poteva fare un compendio di quello che si era scritto. In casa d’altri, per giunta.
Francesco Filippi ci tiene particolarmente a spiegare la complessità della storia, dove ormai ben poco resta invariabile. Quando leggiamo in un manuale scolastico che la Germania ormai è quella che noi conosciamo e che per nessun motivo potrebbe cambiare nemmeno di un chilometro, in realtà noi abbiamo messo in campo un pregiudizio, ovvero che laddove la Germania si allargasse, per motivi ecologici, per esempio, di dieci chilometri c’è chi potrebbe perderci la testa, perché quella particolare nazione, studiata più degli altri Stati, non può, per il sentire comune, cambiare, nemmeno di fronte a un disastro ecologico.
C’è di bello, che questo pamphlet saggio, interessante e suggestivo, sia anche semiserio. Quindi ci sono pagine piuttosto sapide su quelle persone che ormai vivono la loro vita esclusivamente sui social e nella realtà non sopportano più nessuno, anzi piuttosto ne fanno a meno, ma quando partecipano con un commento colgono nel segno.
Quindi ci si diverte, ma si imparano anche un sacco di cose con Francesco Filippi, che con la sua scrittura precisa e a volte divertita ti fa venire la voglia di leggere tutti i suoi libri.
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