Halloween è una poesia scritta dal poeta scozzese Robert Burns nel 1785. Pubblicata per la prima volta nel 1786 sul “Ruddimans Weekly Magazine” e inclusa nell’edizione di Kilmarnock.
Forse non tutti lo sanno, ma Halloween è una festività di origine scozzese, deriva infatti dalle antiche tradizioni celtiche di Samhain, in cui la gente del popolo era solita indossare costumi e accendere falò per allontanare i fantasmi dei morti in occasione del Capodanno celtico. La tradizione di Samhain fu in seguito incorporata nella sera precedente Ognissanti e divenne nota come All Hallows Eve (letteralmente: “la vigilia di Ognissanti”), poi contratta nella formula “Halloween”.
La prima testimonianza letteraria di Halloween
La prima testimonianza letteraria che ci è pervenuta riguardo questa tradizione è la poesia Halloween di Robert Burns. Prima di Burns aveva tentato di scrivere sull’argomento il poeta scozzese John Mayne, ma non ci è pervenuto nulla del suo lavoro, sappiamo solo che la sua ballata Halloween fu di ispirazione per l’opera successiva di Robert Burns.
Il poema è uno dei lavori più lunghi di Burns, si compone in totale di ventotto strofe, in cui l’autore alterna vivacemente le voci di venti diversi narratori - gente del popolo, contadini e umili lavoratori chiamati per nome Bruce, Willie, Andrew Bell - che in questa notte di festa si dedicano al divertimento, cantano canzoni allegre, ballano e banchettano con fragranti focaccine di burro. Come in un ritornello spesso le strofe si chiudono con un’allusione a “quella notte”: that night.
Halloween di Robert Burns non è una poesia importante dal punto di vista stilistico - infatti le strofe sono spesso lunghe e confuse - ma significativa sotto il profilo storico: ci immerge infatti in una tradizione lontana nel tempo permeata dal folclore popolare scozzese. La lirica è ricca di termini appartenenti all’inglese arcaico, oggi non più utilizzati nella lingua corrente che spesso ne rendono difficile la traduzione.
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Soltanto nella prima strofa il poeta fa riferimento all’atmosfera soprannaturale della notte di Ognissanti, alludendo alla “notte in cui le fate si illuminano sotto i pallidi raggi della luna”, dopodiché passa in rassegna le usanze degli uomini in occasione della festa tradizionale.
La narrazione “stregonesca” dunque nell’opera di Burns non gioca una parte preponderante, viene presto sostituita dalla descrizione - in termini popolari, non propriamente lirici - dei divertimenti cui si dedicavano gli uomini e le donne in quella notte di festa in campagna. Viene dato particolare rilievo soprattutto al “buon cibo e alle buone bevande” che mettevano “in subbuglio tutte le bocche”. Giochi, flirt, libagioni: l’atmosfera della notte di Halloween narrata da Robert Burns non è certo quella di una seduta spiritica, ma un clima di divertimento goliardico e spensierato. Ad Halloween gli esseri umani potevano abbandonare le fatiche del lavoro in campagna e diventare, per una sola breve notte, delle fate luminose o delle streghe danzanti sotto la luna.
Vediamo più approfonditamente una breve analisi e traduzione del poema Halloween di Burns, di cui riportiamo le strofe inziali e finali.
“Halloween” di Robert Burns: un’analisi della poesia
Upon that night, when fairies light
On Cassilis Downans dance,
Or owre the lays, in splendid blaze,
On sprightly coursers prance;
Or for Colean the route is ta’en,
Beneath the moon’s pale beams;
There, up the cove, to stray and rove,
Among the rocks and streams
To sport that night.
In quella notte, quando le fate si illuminano
e danzano sulle colline dei Conti di Cassils,
o sulle distese, in uno splendido sfavillio,
su arzilli cavalli da corsa;
O per Colean la strada è tracciata,
sotto i pallidi raggi della luna;
Salgono là, su per la baia, per vagare e vagabondare,
Tra le rocce e i ruscelli
Per divertirsi quella notte.
Among the bonny winding banks,
Where Doon rins, wimplin’ clear,
Where Bruce ance ruled the martial ranks,
And shook his Carrick spear,
Some merry, friendly, country-folks,
Together did convene,
To burn their nits, and pou their stocks,
And haud their Halloween
Fu’ blithe that night.
Tra le belle rive tortuose,
Dove Doon si risciacqua, divenendo chiaro e pulito,
Dove un tempo Bruce dominava i ranghi marziali,
e agitava la sua lancia di Carrick,
alcuni allegri, amichevoli, campagnoli,
si riunirono insieme,
per bruciare i loro pidocchi, e per pulire le loro scorte,
e festeggiare il loro Halloween
È allegra quella notte.
The lasses feat, and cleanly neat,
Mair braw than when they’re fine;
Their faces blithe, fu’ sweetly kythe,
Hearts leal, and warm, and kin’;
The lads sae trig, wi’ wooer-babs,
Weel knotted on their garten,
Some unco blate, and some wi’ gabs,
Gar lasses’ hearts gang startin’
Whiles fast at night.
Le ragazze sono belle e pulite,
più belle di quando sono belle;
I loro visi sono allegri, e dolcemente dolci,
i cuori sani, caldi e gentili;
I ragazzi così trigonometrici, con i loro pettini,
annodati sulle loro garten,
Alcuni senza vestiti e altri con i gabbiani,
I cuori delle ragazze iniziano a battere
mentre la notte è veloce.
Wee Jennie to her grannie says,
"Will ye go wi’ me, grannie?
I’ll eat the apple at the glass
I gat frae Uncle Johnnie:"
She fuff’t her pipe wi’ sic a lunt,
In wrath she was sae vap’rin’,
She notice’t na, an aizle brunt
Her braw new worset apron
Out through that night.
La piccola Jennie alla nonna dice,
“Vuoi venire con me, nonna?
Mangerò la mela al bicchiere
che ho preso dallo zio Johnnie”.
E la donna si spegneva la pipa con un colpo secco,
in preda all’ira era così vaporosa,
Si accorse che non c’era il carbone ardente,
Indossò il suo grembiule nuovo di zecca
pronta per stare fuori per tutta la notte.
In order, on the clean hearth-stane,
The luggies three are ranged,
And every time great care is ta’en’,
To see them duly changed:
Auld Uncle John, wha wedlock joys
Sin’ Mar’s year did desire,
Because he gat the toom dish thrice,
He heaved them on the fire
In wrath that night.
In ordine sparso, sul pulito piano del focolare,
sono disposti tre lumi per la festa,
e ogni volta si presta molta attenzione
di vederli debitamente cambiati:
Il vecchio zio John, che da tempo immemore
desiderava le gioie matrimoniali,
perché ha raccolto tre volte il piatto di pane
come da tradizione,
Li ha gettati sul fuoco
in preda all’ira quella notte.
Wi’ merry sangs, and friendly cracks,
I wat they didna weary;
And unco tales, and funny jokes,
Their sports were cheap and cheery;
Till butter’d so’ns, wi’ fragrant lunt,
Set a’ their gabs a-steerin’;
Syne, wi’ a social glass o’ strunt,
They parted aff careerin’
Fu’ blythe that night.
Finché con canti allegri e frasi amichevoli,
tutti non si sono stancati;
narrando racconti poco divertenti e facendo scherzi simpatici,
I loro sport erano semplici e allegri;
Finché il burro, con la sua fragrante schiuma,
non li ha rimessi in movimento
Infine, con un bicchiere condiviso di strunt,
si separarono per tornare ai loro affari
Fu allegra quella notte.
Halloween di Robert Burns: commento
Dobbiamo leggere Halloween di Robert Burns soprattutto come uno sguardo sulle usanze, le tradizioni e le superstizioni osservate da un comune ragazzo dell’Ayrshire, figlio di un contadino, che viveva nella comunità cristiana della Scozia rurale nel 1785. Il testo di Burns dunque è soprattutto una celebrazione del semplice stile di vita della campagna, in cui si praticavano attività come la raccolta delle mele o la rimozione della pula dal grano. Nella poesia Halloween, Robert Burns dà voce alle persone comuni, dando uno sguardo spensierato e per nulla orrorifico al mondo ultraterreno: da osservare che il poeta ci parla di fate luminose e non di streghe né di fantasmi.
Quella di Burns è una celebrazione fantastica del meraviglioso nell’ordinario. In queste strofe viene descritta una festa del divertimento e non della paura, un’allegra occasione di convivialità, in cui non si praticano sabba spiritici né commemorazioni per i defunti. In Halloween di Robert Burns viene celebrata la vita - e non la morte.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Halloween” di Robert Burns: analisi della prima poesia dedicata alla festività celtica
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