Foto di Uncleroo/ tratto da Depositphotos.com
Gli Hell’s Angels hanno sempre avuto l’attenzione dei media, in quanto la loro figura non passa facilmente inosservata, alla fine sono dei gladiatori che corrono su delle Harley-Davidson pronti a sfidare la polizia o qualsiasi oppositore si metta sul loro cammino.
La loro genesi ha una storia molta lontana. I primi Hell’s Angels furono il frutto della Seconda guerra mondiale, infatti, la loro condizione, racconta proprio il disagio scaturito da un gruppo di emarginati che, accomunati dalla passione per le moto, si unirono creando qualcosa che non era mai esistito.
Ovviamente la loro evoluzione non è stata sempre così virtuosa, ma, ad aiutarci a capire in che modo sono cambiati e in che modo sono diventati un fenomeno mondiale, esiste una folta letteratura pronta a raccontare, dall’interno e dall’esterno, la nascita dei vari gruppi.
Hell’s Angels: quali testi leggere
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I due libri usati come base per interpretare il loro pensiero hanno, più o meno, lo stesso titolo, Hell’s Angels, mentre gli autori sono: Hunter S. Thompson (giornalista e scrittore di opere famosissime, le quali, molto spesso, hanno avuto un adattamento cinematografico di ottimo successo) e Ralph “Sonny” Barger (fondatore e presidente per molti anni della sezione di Oakland degli Hell’s Angels).
Coloro che hanno scritto i due libri hanno avuto un rapporto completamente diverso con il gruppo motociclistico, anche perché Thompson, oltre a non averci mai fatto parte, li ha seguiti solo per pochi anni con il fine di spiegare, da più vicino possibile, il loro modo di fare e di pensare.
Barger, invece, nel libro Hell’s Angels. Una vita spericolata scritto in collaborazione con Keith e Kent Zimmerman, sviscera la genesi, l’evoluzione e l’espansione di tutto il club, raccontando quello che combinarono dagli anni Cinquanta fino al 2000, senza nascondere tutti i crimini, tutte le assurdità, tutte le atrocità commesse da lui e dalla sua gente.
I due si incontrarono nelle lunghe scorrazzate e, a causa delle loro personalità completamente diverse, non ebbero sempre un buon rapporto, anzi, Barger gli dedicò poco più di una pagina per raccontare quanto Thompson fosse un fifone, di quanto avesse esagerato nel suo racconto pur di dipingere gli Angels per qualcosa che, almeno per il suo punto di vista, non erano:
“Lessi il libro quando uscì nel 1967. Spazzatura. La cosa peggiore fu che divenne una guida sul club a disposizione delle forze dell’ordine. [...] Per anni la polizia ha usato il contenuto del libro contro di noi. Quel genere di stupida mitologia viene dritto dritto dal libro di Hunter.”
Il motivo per cui l’opera del giornalista statunitense ci serve è per comprendere, dall’esterno, come fosse fatto il gruppo di motociclisti più conosciuto degli anni Sessanta. In quanto, Thompson ci racconta, abbastanza precisamente, la nascita del fenomeno mediatico, come i media dell’epoca iniziarono a raccontarli, come reagirono loro, quali fossero i loro modelli culturali, quali fossero i loro riti d’iniziazione e come la polizia cercò di arginare la loro violenza.
In che modo sono raccontati gli Hell’s Angels
Thompson, nonostante fosse molto attratto da quello stile di vita, anche perché divenne amico di alcuni del gruppo, riesce nell’arduo compito di narrare nel modo più neutrale possibile, criticando aspramente i giornali del periodo, mostrando, pure dall’altro lato, i terribili crimini commessi dagli Angels senza nascondere i dettagli violenti.
Il problema è che, tutta questa neutralità, porta il lettore a non comprendere veramente quelle persone. Questa pecca è data dal fatto che lo scrittore statunitense non fosse a stretto contatto con il club nei vari decenni del loro cambiamento, ma solo in alcuni anni, che, seppur importantissimi, non ci permettono di capire perfettamente il loro punto di vista.
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Una visione d’insieme ma terribilmente di parte è data dal libro di Sonny Barger, il quale ha vissuto la nascita, l’esplosione e la crisi del fenomeno degli Angels di Oakland. Il fondatore del gruppo in Hell’s Angel. La vita spericolata (Edizioni Theoria, 2021) racconta tutti gli anni di prigione e i vari incontri assurdi come quello con i Rolling Stones, ai quali hanno fatto da sicurezza al famoso e tragico Altamont Free Concert.
Barger, prendendo le distanze da Thompson, ci permette di vedere gli Hell’s da un’angolazione diversa, spiegando anche da dove venisse la loro iconografia nazista, la quale ha fatto parte della loro cultura fino a quando non hanno aperto una sezione del club in Germania, che, come è facile da capire, non era d’accordo sul mantenere i simboli di un periodo non molto felice della loro storia.
In conclusione, si possono utilizzare questi due libri come base per comprendere un fenomeno sociale complicatissimo, il quale nacque dalla fine della Seconda guerra mondiale, attraversando quella in Corea, per poi sfociare in quella del Vietnam e andando anche oltre.
Gli Hell’s Angels sono stati qualcosa di irripetibile, ed è per questo che un giornalista bizzarro come Thompson si è interessato così tanto a quei personaggi.
La letteratura ci permette di avere un’idea su questo enorme club, perciò dobbiamo cogliere la palla al balzo e scoprire qualcosa che ci sembra così tanto lontano:
“Il fatto che certuni siano poveri o discriminati, non li rende necessariamente dotati di alcuna speciale qualità di giustizia, nobiltà o compassione.”
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Hell’s Angels: due libri che ci permettono di capire il fenomeno
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