Per comprendere il significato di hic et nunc è opportuno chiarire chi ha detto per primo questa frase e in che modo è stata utilizzata di seguito: si tratta, infatti di una celebre locuzione latina che tanta parte e tanta fortuna ha avuto anche nei secoli successivi, fino a divenire un vero e proprio motto utilizzato per indicare alcune importanti correnti filosofiche.
In realtà, anche se l’espressione hic et nunc viene generalmente attribuita a Orazio, è più esatto affermare che si tratta di una locuzione di uso comune nella lingua latina, che il poeta utilizzò spesso (anche se talvolta in forme lievemente differenti) per alludere a un tema importante della sua poetica.
Per questo oltre a chiarire il significato letterale di hic et nunc, piuttosto che indagare chi ha detto per primo questa espressione e dove, sarà più interessante e utile comprendere quali sono i significati ulteriori assunti da questa locuzione, prima in epoca romana e, poi, nei secoli successivi. Comprendere il significato di hic et nunc sarà anche utile per realizzare una tesina da discutere nella prova orale dell’esame maturità, si tratta, infatti, di un tema con cui è possibile ricollegare facilmente autori fondamentali della letteratura latina a filosofi e scrittori contemporanei.
Il significato di hic et nunc
La locuzione latina hic et nunc, se tradotta letteralmente significa qui e ora: nel suo uso comune indica un adempimento, una questione la cui risoluzione non ammette proroghe; un impegno che, nella sua attuazione, non può essere rinviato per alcun motivo. Nella lingua latina è spesso utilizzata da chi si affretta ma anche da chi impartisce ordini, per sottolinearne l’urgenza e la perentorietà.
Nel suo significato figurato l’espressione hic et nunc viene solitamente attribuita ad Orazio: i due termini che la compongono, accostati o presenti nella stessa frase, in posizione più o meno vicina, ricorrono spesso nelle sue opere fondamentali quali le “Odi”, l’“Ars Poetica” e le “Epistole”.
Proprio da Orazio è indispensabile partire per comprendere qual è il significato profondo dell’espressione hic et nunc: nel poeta latino questa locuzione indica, infatti, non tanto e non solo un concetto quanto piuttosto una vera e propria poetica che dà luogo a una poesia ispirata e improntata all’immediatezza di un evento singolare. Questa poetica è caratterizzata da alcuni tratti fondamentali:
- un elemento spaziale, denominato angulus e riconducibile all’ hic, ovvero alla dimensione spaziale dell’immediatezza del presente: l’angulus è uno spazio dove il poeta può trovare riparo dalle fatiche e dagli affanni del presente, un luogo dove può realizzarsi una chiusura protettiva, in grado di confortarlo. Si tratta dello spazio del ristoro ma anche del luogo della convivialità, dove può consumarsi un banchetto con gli amici davanti al focolare, dove è possibile trovare ristoro all’ombra della pergola e intrattenersi in una conversazione colta o in compagnia della donna amata, per dimenticare il tempo che passa;
- un elemento temporale, denominato nunc, che indica una chiusura protettiva del tempo (in un tempo proprio, interiore) e dal tempo (dal tempo comunemente inteso, che scorre nella sua inesorabilità e che non torna più) e che può essere ricollegato all’altro famoso concetto oraziano del carpe diem: in qualche modo, anche in questo caso, si tratta di valorizzare al meglio l’istante, di vivere pienamente il presente, non solo in funzione protettiva ma anche nella consapevolezza che è il presente l’unica dimensione in cui si vive veramente.
All’elemento spaziale e temporale della poetica oraziana dell’hic et nunc è riconducibile, come già accennato brevemente sopra, il tema simposiaco già presente nei poeti greci Alceo e Anacreonte che hanno esercitato una sicura influenza su Orazio: è la convivialità e la condivisione di momenti di piacere e di leggerezza con gli amici più cari a costituire il riparo migliore dalle avversità della vita.
Gli elementi spaziali e temporali della poetica dell’hic et nunc di Orazio possono essere considerate le necessarie premesse al terzo e più importante elemento nel quale confluiscono, si proiettano e con il quale si armonizzano:
- si tratta dell’elemento etico-morale, di quel senso della misura o modus (evidenziato da frasi e locuzioni come est modus in rebus o aurea mediocritas) che può essere inteso come la capacità di sapersi accontentare di quel che basta per soddisfare le esigenze fondamentali o, anche, con la consapevolezza è necessario mantenere sempre un sufficiente autocontrollo perché la sorte non eleva mai qualcuno tanto in alto, troppo a lungo.
A lungo interpretato – erroneamente - come un poeta gaudente e sereno, che invitava a godere della vita in modo leggero e spensierato, Orazio è stato letto in modo differente dalla critica più recente (che talvolta è sfociata in giudizi altrettanto esagerati sul versante negativo): la sua è la poetica di un uomo e di un letterato consapevole dell’incertezza del presente e della fragilità delle acquisizioni sociali e politiche, nel carpe diem e in espressioni similari, come hic et nunc, l’invito a valorizzare il presente è sempre associato all’incertezza del domani e alla certezza della morte che mostra costantemente la caducità delle cose umane.
Il significato di hic et nunc nella filosofia
È nella filosofia esistenzialista che l’espressione hic et nunc assume un nuovo e più pregnante significato: questa corrente filosofica, infatti, focalizza la propria attenzione sull’uomo considerato nella sua sua finitudine e nell’intrinseca fragilità che la contraddistingue. Sarà proprio Martin Heidegger ad affermare che la soggettività dell’uomo si riferisce all’Essere come principio metafisico ma riguarda sempre l’esistere situato nello spazio e nel tempo, ovvero l’hic et nunc in cui l’uomo agisce. È per questo stesso motivo che la prima parte di “Essere e tempo”, l’opera più rappresentativa di Heidegger, vede come protagonista il Da-sein, ovvero l’Esser-ci (che nell’astruso lessico heideggerriano non è che un altro modo per dire l’uomo), sempre immerso nella temporalità. L’hic et nunc latino viene trasposto dal filosofo di Friburgo nel prefisso Da di Da-sein (e, quindi, nella traduzione italiana, nel suffisso -ci di Esser-ci), per indicare non tanto e non solo una semplice localizzazione spaziale quanto piuttosto una modalità nella quale l’Essere si offre nella storia; una modalità concreta che va colta fenomenologicamente, e che, per quanto riguarda l’uomo, coincide con la sua stessa esistenza.
Nella filosofia del Novecento la locuzione hic et nunc sarà ripresa anche da Walter Benjamin nella premessa a “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, dove il critico berlinese, afferma la necessità di esporre delle
“tesi sopra le tendenze dello sviluppo dell’arte nelle attuali condizioni di produzione”
tale necessità è motivata rifacendosi a un testo di Paul Valéry che, a sua volta, sosteneva che la diffusione di nuovi mezzi di comunicazione che stava rapidamente interessando l’Occidente, nei primi decenni del secolo scorso, avrebbe permesso di
“trasportare o ricostituire in ogni luogo il sistema di sensazioni – o più esattamente, il sistema di eccitazioni – provocato in un luogo qualsiasi da un oggetto o da un evento qualsiasi”.
Questa premessa consentiva a Benjamin di affermare che la condizione essenziale per raggiungere una resa estetica più elevata della stessa opera d’arte era proprio svincolare quest’ultima dall’hic et nunc, inteso non solo come collocazione fisica e temporale ma anche anche come la modalità e il momento dell’esecuzione (l’esecuzione diviene un aspetto essenziale in alcune arti, come la musica).
La locuzione hic et nunc fu anche ripresa da Ernst Jünger che la mutuò per caratterizzare la figura del Ribelle:
“Il motto del Ribelle è: «Hic et nunc» – essendo il Ribelle uomo d’azione, azione libera ed indipendente. (...) Non è una libertà che si limita a protestare o emigrare: è una libertà decisa alla lotta”.
Nel “Trattato del ribelle” Junger descrive la figura del guerriero capace di opporsi sia alle tirannidi che alle false democrazie.
Al di là delle sfumature di significato che l’espressione hic et nunc ha assunto nel corso dei secoli, anche in base a chi l’ha detto e al contesto letterario o filosofico nella quale è stata utilizzata, è da considerare come un elemento da tenere in costante considerazione anche nella riflessione spicciola: ogni nostra azione è compiuta qui e ora, nell’immediatezza del presente, il passato e il futuro, per quanto importanti e determinanti, sono ricordi, aspettative, speranze, in definitiva stati mentali che, a ben vedere, seppur capaci di influenzare profondamente la nostra vita, hanno una valenza sempre inferiore alla consapevolezza e la ponderatezza che – certo, sono conquiste difficili - dovrebbero auspicabilmente accompagnare le nostre azioni.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Hic et nunc: significato e chi l’ha detto
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tutto molto chiaro e leggibile , ma tutto ormai superato dall’ emo=
zione di puntare il " cannone " di Galileo oltre il sistema solare ne
l’ Universo . Da quelle distanze guardo con affetto agli Orazio , agli Heidegger , ai Valery , ormai così piccoli , così insignificanti e lon= tani da ciò che scopriremo
sui legami tra neuroni e sinapsi del nostro cervello , e la rete cosmica di filamenti che collegano Galassie , ammassi stellari , sistemi planetari
e naturalmente un nuovo significato di hic et nunc
Ho veramente apprezzato questo articolo che spiega l’origine e il significato della locuzione "Hic et nunc" in modo ammirevole. Grazie di cuore.