Hippie
- Autore: Paulo Coelho
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2018
Non è, probabilmente, la scelta migliore iniziare a conoscere Paulo Coelho dalla lettura di questo suo ultimo lavoro, “Hippie” (La nave di Teseo, 2018), a metà strada fra il romanzo e l’autobiografia (del resto, le stesse note di copertina lo definiscono “il suo romanzo più autobiografico”), che descrive un periodo della sua vita all’epoca d’oro degli hippie e un viaggio verso il Nepal, partendo da Amsterdam, affrontato insieme e a causa di una ragazza. In effetti, il tema è indubbiamente attraente, rinforzato dalla copertina a colori sgargianti, del tutto appropriata al periodo e all’ambiente che il libro descrive.
In realtà, gli argomenti trattati non sarebbero privi di interesse: la storia di Paulo (lo stesso scrittore) inizia, infatti, in Sudamerica, dove si trova per un viaggio di piacere insieme alla compagna. È in Cile che i due, senza aver commesso alcun delitto o infrazione, vengono prelevati dalla polizia e trattenuti per giorni, trattati come delinquenti, vittime di un puro e semplice abuso di potere. È questa la parte più raccapricciante ma anche più interessante del libro, il racconto di un’esperienza traumatica che condizionerà la vita di Paulo negli anni a venire. Una volta liberi dall’incubo, la compagna di Paulo, di diversi anni più vecchia di lui, decide, di punto in bianco, di lasciarlo. La strada di lui prosegue allora verso Amsterdam, uno dei “quartier generali” del movimento hippie: conta, una volta arrivatovi, di trascorrervi un breve periodo per poi partire alla volta di Londra.
Ad Amsterdam, però, un incontro sconvolge i suoi piani. Affascinato da Karla, bella hippie olandese, Paulo inizia a passare con lei sempre più tempo, fino a che, quasi senza accorgersene, non si ritrova coinvolto nel suo folle progetto: raggiungere il Nepal a bordo di un minibus, una specie di “servizio di linea” molto sui generis, insieme a un gruppo eterogeneo e, fino a quel punto, estraneo.
L’inizio non è dei migliori: in Germania, vicino alla frontiera dell’allora Jugoslavia, vengono bullizzati da un gruppo di neonazi e osteggiati dalla polizia, due episodi che risvegliano, in Paulo, la paura inculcatagli dalla sua esperienza in Cile. Le autorità riescono anche a intercettare due loro compagne di viaggio minorenni, scappate di casa, e a fermarle. In seguito, però, tutto sembra filare liscio: il viaggio continua insieme a una giovane coppia irlandese e a padre e figlia francesi, tutti alla ricerca di una nuova vita in Nepal. Anche la sosta forzata a Istanbul non si rivela spiacevole e, anzi, avvicina Paulo alla filosofia dei dervisci, che è estremamente interessato ad approfondire. Ma il Magic Bus sta per ripartire per il Nepal e Karla lo aspetta per proseguire il viaggio con lui…
L’impressione che si ha, leggendo questo libro, è che tutto sia color caramella come la copertina: un mondo appena accennato, sfiorato, nel quale i protagonisti si comportano in modo relativamente “sano”, lasciando ad altri esperienze forse distruttive, ma, per correttezza di cronaca, proprie del mondo hippie: la droga, ad esempio, che viene affrontata solo per un episodio successo a una compagna di viaggio, o il sesso promiscuo. La stessa storia fra Paulo e Karla, definita nelle note di copertina “una straordinaria storia d’amore”, non è che un accenno, un affannoso cercarsi ed evitarsi senza mai incontrarsi veramente. Molte riflessioni spirituali sono inserite qua e là nel racconto, ma il tutto risulta aleatorio, leggero, poco coinvolgente, non approfondito.
Hippie
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(di Sylvie Labella)
L’amore ci illumina, ci percorre il corpo come un fulmine, trafiggendoci....e poi, volubile, vola via. Ma dentro di noi la rivoluzione è accaduta, inesorabile...
Tutto è luce, il nostro mondo interiore è diverso, e noi siamo persone nuove.
Ovunque voi siate, vi raggiungerà: è inutile che vi proteggiate cercando di evitare i suoi strali in un’esistenza sicura ma monotona, grigia e pragmatica. Un giorno busserà alla vostra porta. E sarete proprio voi ad aprire, sgomenti.
Due giovani ragazzi assetati di Infinito. Cercano l’amore per la vita, un senso di assoluto pienamente appagante, che dia significato alle loro esistenze.
Siamo negli anni ‘70, e il “Gazzettino invisibile” dei giovani hippies indica, di volta in volta, la metà: Piccadilly Circus a Londra, il Dam ad Amsterdam, Parigi....e poi le agognate mete esotiche. Tipicamente l’India, o meglio ancora, il Nepal.
Paulo Coelho ci introduce in questo viaggio autobiografico, come in un film nitido e senza censure, raccontandoci un pezzo di storia di quegli anni. Gli ideali, le musiche, i miti (veri o presunti) le difficoltà, i pregiudizi e anche, a volte, le violente repressioni.
C’era una volta un giovane brasiliano in Europa. Sognando di diventare scrittore, inseguiva ideali mistici .... e fu così che il suo viaggi si incrocio ‘, per breve, con una giovane olandese, che a sua volta inseguiva la libertà e sognava l’infinito...
Meno magia e meno suggestione “da manuale del guerriero”, quest’ultimo romanzo di Coelho ha il pregio di essere genuino, oltre le suggestioni e i miti che normalmente affollano (positivamente, ma a volte iperbolicamente) i suoi precedenti successi.
Imperdibile.