I bastardi di Pizzofalcone
- Autore: Maurizio de Giovanni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
Lasciato l’ormai celebre commissario Ricciardi e i suoi delitti nella Napoli anni trenta, Maurizio de Giovanni, ormai una star nel panorama dei giallisti italiani, ci propone un nuovo personaggio: il commissario Lojacono, agrigentino ma stabilitosi a Napoli in seguito ad un’indagine che lo ha visto coinvolto in modo spiacevole, malgrado che nella città partenopea abbia risolto in modo brillante il caso del Coccodrillo.
Siamo questa volta ai nostri giorni e Lojacono viene mandato, quasi in punizione, in un commissariato del centro città insieme ad una squadra raccogliticcia di uomini che hanno qualcosa da farsi perdonare: i poliziotti dell’ufficio di Pizzofalcone si erano macchiati di corruzione e ora la nuova compagine deve mostrarsi efficiente ed onesta, altrimenti l’intero commissariato verrà sciolto e i poliziotti dispersi. Ecco allora che insieme a Lojacono facciamo la conoscenza di:
- Aragona, un bulletto che inforca e leva ossessivamente occhiali dalle lenti azzurrate per rendersi interessante,
- Alex De Nardo, amante delle armi al punto da aver sparato un colpo di pistola all’interno del commissariato dal quale era stata prontamente rimossa,
- Francesco Romano detto Hulk, grosso e potente, con la mano destra sempre pronta a colpire e a far male, ma pieno di problemi personali irrisolti.
Lojacono, detto il cinese per i suoi occhi stretti come due fessure, separato infelicemente e padre di un’adolescente inquieta, risulta appetibile alle donne, specialmente a Laura Piras, formosa magistrata sarda, che lo corteggia e lo aiuta nel lavoro di indagine. Ci sarà un delitto in un ricco appartamento di via Caracciolo: una signora della ricca borghesia napoletana, Cecilia muore uccisa da una boule de neige che l’ha colpita alle spalle. Il marito della vittima, il notaio Arturo Festa, bello, ricco, potente, donnaiolo, al momento del delitto era a Sorrento, chiuso con la sua amante, una commercialista bella e giovanissima, e dunque è privo di un vero alibi.
La storia si complica, entrano in ballo numerosi altri personaggi, l’indagine sembra essere ad un punto morto, il commissariato potrebbe essere costretto a chiudere i battenti, ma il prode Lojacono troverà la soluzione al giallo con le sue doti di detective dalle grandi ed improvvise intuizioni.
Al di là della storia, pur se ben costruita, colpisce la capacità dello scrittore di ricostruire con grande acutezza ed intelligenza interi spaccati sociali di una città complicata e indecifrabile come la Napoli odierna. Nel libro compaiono circoli aristocratici e bassi, appartamenti borghesi e studi professionali, interni miserabili, pizzerie e trattorie, corridoi della metropolitana, chiese e locali per scambisti, in una fantasmagoria di opposti e di contraddizioni, mentre fuori il tempo promette tempesta, le onde del mare lambiscono con forza i marciapiedi del lungomare quasi a trascinare le passioni, spesso perverse quanto imprevedibili e inattese dei diversi personaggi.
Tra le pagine più riuscite del romanzo le frasi che l’autore fa pronunciare all’anziana ed imbellettata baronessa Ruffolo, amica della vittima, testimone della deriva matrimoniale subita dalla sua amica Cecilia, e pronta ad analizzare impietosamente la società di cui lei stessa è parte integrante:
“l nostro mondo. Le vacanze a Cortina, a C.apri…..la casa a New York o a Parigi, l’ufficio a Londra. I salotti. I circoli. Tutto senza finestre per non vedere che altro succede nel mondo o in città, per convincerci che la nostra vita sia in realtà l’universo intero…”
De Giovanni dimostra di conoscere molto bene la sua città, di saperne individuare i grandi drammi che la stanno rendendo una città in declino, ma anche di capirne le potenzialità, di cui i poliziotti, i bastardi del titolo, sembrano esserne un’efficace e promettente meta.
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