I cani del Pasvik. Un’indagine nella terra dei Sami
- Autore: Olivier Truc
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2023
L’ampio catalogo delle edizioni veneziane Marsilio ospita tra i polizieschi il nuovo noir di Olivier Truc, I cani del Pasvik. Un’indagine nella terra dei Sami, apparso da poco nella collana “Farfalle” (febbraio 2023, nella traduzione di Silvia Manzio).
Per l’ambientazione nell’estremo Nord Europa, il romanzo si avvicina alla fiorente giallistica scandinava, sebbene l’autore non sia norreno ma latino, un francese cinquantottenne nato a Dax, nella Nuova Aquitania, tra Bordeaux e l’iberica Pamplona.
Approfondiamo la conoscenza di Truc sul sito della casa editrice lagunare. Olivier, giornalista e documentarista, dal 1994 è corrispondente da Stoccolma del quotidiano parigino Le Monde. Da romanziere, ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali per la serie sulla Polizia delle renne, pubblicata in diciassette Paesi. Si sviluppa nella quasi sempre innevata Lapponia, dove Klemet Nango, capo della pattuglia P9 e unico Sami a indossare un’uniforme perché:
deve controllare una terra lacerata da profondi contrasti che oppongono nazionalisti norvegesi e svedesi a indipendentisti Sami.
Indaga insieme a Nina Nansen, giovane e graziosa recluta, originaria della Norvegia meridionale.
Olivier Truc sostiene che i soggetti dei suoi libri nascono dall’esperienza di anni di reportage, che gli hanno permesso di esplorare i luoghi più remoti d’Europa per testate come Libération fino al 2005 e Le Monde per più di dodici anni. Senza dimenticare il canale France 5 (un documentario sulla Polizia delle renne) e la rivista Long Cours,per cui si è messo sulle tracce degli ultimi sciamani in Lapponia. È un grande esperto delle tradizioni di quel territorio settentrionale prossimo all’Artico, quanto mai lontano dalle latitudini alpino-mediterranee del nostro Paese.
La Polizia delle renne Reinpolitiet è una sezione speciale della pubblica sicurezza norvegese. Istituita nel 1949, agisce nelle contee di Troms e del Finnmark orientale, per la sicurezza e il rispetto della legge, specie in relazione all’allevamento di renne Sami. È anche responsabile della prevenzione e repressione dei crimini ambientali.
I Sami (conosciuti da noi come Lapponi, che nella loro lingua deriva però da un termine dispregiativo), sono una popolazione indigena stanziata nella parte settentrionale della penisola scandinava, tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia, con una propria storia e anche lingua, cultura, costumi e identità etnica.
I cani del Pasvik, quarta inchiesta di Nango, è apparso in edizione originale due anni fa, per un marchio editoriale parigino.
Klemet Nango, da trentacinque anni in Polizia e dieci nella Reinpolitiet, è “il più lappone dei lapponi”, secondo il nuovo collega e capo pattuglia Jaakoppi Kujala, un finlandese taciturno e infastidito dal servizio nei boschi. Sono passati mesi da quando Nina ha lasciato la Polizia delle renne. Klemet sa che lo ha deciso a causa sua, anche se lei ha giurato che le ragioni erano altre: ancora giovane, voleva fare esperienze diverse, tutto qui.
Nango e Kujala sono nei pressi di Vaggatem, nella valle del fiume Pasvic, che si versa nel mar di Barents e traccia il confine tra Norvegia e Russia nel Finnmark. Osservano i varchi nella recinzione, attraverso i quali le renne dei pastori norvegesi sconfinano nel territorio della Federazione Russa.
Ancora più irritato dei due poliziotti è l’allevatore Piera Kyro, angustiato dalla strage di quadrupedi, mentre in genere i colleghi intascano il premio dell’assicurazione per i capi abbattuti e non ci pensano più. L’ultima renna del branco finito oltreconfine due mesi prima, nata solo la primavera scorsa, è l’unica trovata viva, grazie al collare Gps. Le altre: un massacro, per non dire dello spreco. I bracconieri uccidono solo per le lingue, considerate specialità gastronomiche, ma lasciano inutilizzato il resto delle cercasse.
Kyro è cocciuto e legato alle tradizioni. La nonna era una brava cantante di canzoni popolari, joik capaci di commuovere anche i cuori più duri. Parlavano di valli, di licheni, delle famiglie, dei morti e delle anime.
Del mondo di sotto.
Di quello che ci rende noi stessi.
L’essere probabilmente troppo debole per seguire il branco ha salvato il cucciolo sopravvissuto. Era senza madre, divorata da un felino. Il piccolo si è accodato al gruppo che ha passato il confine, sono sempre i maschi a scappare, ma è rimasto isolato e grazie al Gps le guardie della riserva naturale russa hanno accettato di recuperarlo. Sugli altri, se la sono presa comoda.
Nango è interessato, ma Jaakoppi gli ricorda che la competenza è della stazione di frontiera. La Polizia delle renne può indagare sulle ragioni che le hanno spinte verso il confine, ma niente di più.
È il secondo branco a passare in pochi mesi e non era mai stato tanto grosso. Mai, insiste Piera. Certo, i cani e i predatori infieriscono spesso, però non si è mai visto che cinquanta renne attraversino tutte insieme.
Qualcuno ha organizzato il passaggio? Questo indicherebbe qualcosa di oscuro oltre il confine, a lungo territorio di guerra, poi di frizione tra i blocchi, ora di pace, ma la mafia russa allunga i tentacoli.
Cos’è stato di Nina Nansen, intanto? Per scoprirlo, il quarto romanzo della serie è a disposizione dei lettori, con nuove sorprese nelle brevi giornate invernali e nelle lunghe giornate estive sotto il Circolo polare artico.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I cani del Pasvik. Un’indagine nella terra dei Sami
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