I cinque canti di Palermo di Giuseppe Di Piazza

Giuseppe Di Piazza torna in libreria con I cinque canti di Palermo, edito dalla casa editrice HarperCollins, un romanzo che vede il giornalista Leo Salinas compiere e ricordare cinque indagini di cui era stato attento testimone. Questo libro è il nuovo romanzo dell’autore di Malanottata, vincitore del Premio Cortina d’Ampezzo 2018, e de Il movente della vittima.

Il libro è trascinante e intrigante, a cominciare dal titolo: i cinque canti di Palermo. Che cosa sono? Che significa?

Il cuore di Palermo è diviso in quattro dall’intersecarsi di due lunghe strade: Corso Vittorio Emanuele […] e via Maqueda. L’incrocio delle due strade dà origine a una piazza comunemente chiamata i Quattro Canti di città. Ogni canto, o cantone, è spigolo di un mandamento, i quartieri storici: Tribunali, Castellamare, Palazzo reale, Monte di Pietà. […] I quattro canti ne compongono ora un quinto, impercettibile alla vista, eppure il più visibile per chi è andato via da Palermo: il canto dell’assenza.

Dunque sull’onda del ricordo, tante storie che si riconducono a una: la vicenda di quello che è la città di Palermo, le sue bellezze, i suoi luoghi e la sua mafia, che aleggia incontrastata, ombra sicura di dolore e di morte. Leo Salinas, alle prime armi come giornalista di nera, chiamato "occhi di sonno", negli anni Ottanta torna ogni giorno a casa "con le scarpe sporche di sangue umano".

Ed ecco allora la prima storia: quella di Marinello, "ragazzo coi riccioli mori e una pelle color miele di castagno", che si innamora di Rosalba Corona, donna giovane, appartenente alla buona borghesia palermitana, una classe superiore alla sua, e che per questo viene punito con l’uccisione dei due genitori di lei, provocando così "mescolanza ed impunità", che le famiglie mafiose non vedono di buon occhio. Un’onta da lavare con il sangue.

E poi la vicenda di Sophie, "un viso incantevole, ciglia che raccontano una storia per ogni sguardo", modella sanguigna, con un terribile segreto, destinato a rovinarle la vita per sempre.

E poi una vicenda d’amore a modo suo: "Lui un malacarne di mezza tacca, lei la figlia di un boss. Una vita sbilanciata e violenta", dalle conseguenze tragiche e orribili.
Su tutto il ricordo di tante uccisioni, di sangue versato a fiotti, muto testimone inconsapevole di liti, di rancori, vendette e onore da rispettare. Un clima in cui:

Eravamo giovani testimoni di una strage e non sapevamo come far capire al mondo quello che succedeva sotto i nostri occhi. Testimoni senza parole, giornali stampati con inchiostro in bianco.

Una lettura che non concede scampo. Parole che riflettono un lirismo assoluto. Un libro di grande fascino in cui l’autore prende per mano il lettore conducendolo in un clima di violenze e omertà, di rancore e odi mai sopiti, a cui fa da contraltare la giovinezza del protagonista, con la sua voglia di amare e di vivere, nonostante tutto. Sullo sfondo di una città bella e inquietante come Palermo.