I disastri della guerra
- Autore: Francisco Goya
L’uomo, e soprattutto colui che meglio sa esprimere la propria sensibilità, fa risuonare dentro di sé l’incertezza del mondo, rivelandone le più brutali miserie e cadute.
La sua discesa, sofferta quanto piena di vertigine, tocca "dolorose cose", secondo la sintesi rilkiana concepita nell’esperienza poetica, e risulta fecondata da quella prossimità al caos che nutre lo slancio del narratore. Dunque, al pari di ogni funambolo, l’artista riporta una visione al limite e, spinto da ciò che Elias Canetti ha definito "la responsabilità per la vita che si distrugge", si sente chiamato a esporla agli altri, perché chi vi assiste la possa cogliere e ricordare.
Goya è autore di un’epica per immagini nata nelle strade della Spagna, che il suo occhio vorace attraversa, agitato dal fremito della testimonianza ma prima ancora da un innato istintivo desiderio di raccontare, di dar conto dell’attimo stesso che precipita gli esseri umani nella follia.
Un secolo di sospetti, isolamento e paure, cui hanno dato il loro esiziale contributo la gretta tirannide monarchica, il feudalesimo e il clero, esplode infine in un abisso di crudeltà. Le false mitologie di un paese, in cui lungamente si sono ossequiate la menzogna e il pregiudizio, sono travolte da una violenza che non risparmia nessuno.
Nascono così "I disastri della guerra".
Uscito a gennaio 2011 per l’editrice Abscondita, questo volume fa parte della collana Mnemosyne.
Uno straordinario cantore del mito antico, Cesare Pavese, nella Musa-Memoria riconosceva la madre e le figlie, ossia quella voce e quei gesti che presiedono a tutta l’arte:
“….immenso tema. Chi scrive sa bene di avere osato non poco avvistando un solo nume nelle nove…”
Di questa memoria molteplice e mutevole, Francisco Goya sembra inseguire le tracce nel tentativo, se non di fermarla, almeno di ritrarne qualche espressione. La sua grandezza, il suo merito artistico, se così conviene definire un percorso tanto esteso per soggetti ed eventi elaborati, sta nel fatto che la pittura entra nella storia, letteralmente si imbatte in "un’occasione storica", come non manca di sottolineare Renato Guttuso nella sua introduzione. Questo implica "
un cambiamento del corso, del senso dell’esplorazione, un cambiamento di piano geometrico
"; il segno pittorico scava seguendo una verticale, taglia la realtà, incide, pelle su pelle, il sanguinoso affollarsi delle vicende.
Siamo negli anni dell’occupazione napoleonica della Spagna, tra il 1808 e il 1814. Il popolo subisce angherie, vessazioni, patisce stragi, torture, fame. Tutto ha inizio con la fucilazione del 3 maggio 1808, fotografia della disperata resistenza dei contadini all’invasore. L’artista è lì, in mezzo a loro, annota ogni cosa nel suo taccuino, non si può tacere la vergogna, bisogna che l’uomo sieda di fronte a se stesso e prenda atto del proprio smarrimento. Così Goya scende all’inferno e, dal 1814 in poi, saccheggi, assassini, stupri rivivono tra le sue mani. Tutta quella inenarrabile densissima tragedia trova il modo di rappresentarsi. Ma non è un viaggio che l’artista compie restando a casa. Deposte le armi in patria, dove l’aria si è fatta ormai irrespirabile, allorché dopo l’occupazione straniera tornano a farsi avanti oscurantismo e Inquisizione, il lavoro prende vita nei sei anni di esilio volontario a Bordeaux.
Al 1820 si contano ottantacinque acqueforti che compongono una sorta di quaderno-poema dal titolo di Fatali conseguenze della sanguinosa guerra spagnola contro Bonaparte. E altri capricci enfatici. Epilogo del dramma e dei suoi spettatori che hanno assistito attoniti all’esodo di un’umanità in fuga.
Nello stesso periodo (1819) Géricault realizza Le Radeau de la Méduse, sul naufragio che colpì la zattera della Medusa, cumulo di perseguitati su cui si staglia il fallimento di un’epoca. Non siamo forse di fronte a una tremenda attualità?
La pubblicazione di Abscondita arriva in un momento cruciale per l’assetto geopolitico del Mediterraneo. Non è volersi affidare a tutti i costi ai ricorsi storici. Eppure, quella che va presa come un’innegabile coincidenza, conferisce maggior vigore al messaggio delle incisioni di Goya.
Gli apparati di Francesco Martini, attento curatore dell’edizione, contengono brevi commenti a tutte le tavole goyane dei Desastres, ben contestualizzate sia sul piano cronologico che tematico, oltre alla galleria di disegni preparatori utili a cogliere l’opera mentre esce dalle dita dell’autore-levatore.
Le guerre, ebbe a dire John Steinbeck, bisogna ricordarle per non ripeterle. E non risuona forse nelle litografie di Goya quello stesso monito che lo scrittore americano si trovò a lanciare, oltre due secoli dopo, al ritorno dal fronte della seconda guerra mondiale?
“Adesso ci siamo nutriti per anni di paura e solo di paura, e la paura non dà buoni frutti. Da essa nascono crudeltà e inganno e sospetto, germogliati nelle nostre tenebre. E così come è certo che stiamo avvelenando l’aria coi nostri esperimenti atomici, è altrettanto certo che abbiamo l’anima avvelenata dalla paura, da un terrore senza volto, stupido e necrotico”.
La serie di láminas inventadas y grabadas al agua fuerte, frutto dell’osservazione diretta di una delle grandi atrocità commesse in Europa, hanno cercato di metterci in guardia. Di fronte a quella testimonianza noi sentiamo, adesso, tutto il peso del nostro ingombrante passato. Le ombre, le maschere, le creature mostruose e fantastiche che incombono sui morti e i disperati delle tavole, popolano da sempre l’immaginario occidentale ma oggi soprattutto il loro sguardo corre veloce e insidioso accanto a noi, in attesa del nostro precipitare disarmati in loro potere o, finalmente, essere riscattati da quel fascino ambiguo e perverso per il quale già tante volte abbiamo rischiato l’annientamento.
“Nada” e “Murió la Verdad”, titoli che pesano come macigni, ma anche nel pieno fosco disincanto Goya sembra invitarci ad avere il coraggio di fissare l’attenzione sull’orrore, per smascherarlo senza indugiare neppure un istante di più.
- Titolo: I disastri della guerra
- Titolo originale: Estragos o Desastres de la guerra
- Autore: Francisco Goya
- Collana: Mnemosyne
- Data pubblicazione: gennaio 2011
- Casa editrice: Abscondita
I disastri della guerra. Ediz. illustrata
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I disastri della guerra
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