I due esorcisti
- Autore: Ray Russell
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2018
“L’esorcista” di William Peter Blatty è il romanzo dell’orrore per antonomasia, un romanzo che non si dimentica, nel vero senso della parola. “I due esorcisti” di Ray Russell (“The case against Satan” nell’originale inglese) è uscito nel 1962 e non gli è da meno. Anzi - se non altro per primogenitura - si (im)pone a tutti gli effetti come romanzo apri-pista del filone demoniaco secondonovecentesco. Al netto dell’azione di una vicenda temporalmente più concentrata, le assonanze con "L’esorcista" si rintracciano, in primo luogo, nel tratteggio psicologico dei due protagonisti principali: la (ex) deliziosa adolescente posseduta dal diavolo (o affetta da disturbo della personalità) e il prete-esorcista dalla coscienza gravata dai dubbi. Ricordate? Ne “L’esorcista” si trattava di un ex pugile inseguito dai fantasmi interiori, qui Gregory Sargent è un sacerdote alle prese con l’alcol e altrettanti dilemmi. Comune ai due romanzi (ma va sempre ricordato che "I due esorcisti" è stato scritto prima) è anche l’ambientazione plumbea della storia, rifrazione della corruzione interiore che attenta (se non pervade del tutto) i characters del romanzo.
Forse perché Dio si è ormai trasformato in un barcollante Babbo Natale con gli occhi lucidi e la barba posticcia; forse perché la Chiesa ci alletta con suadenti spot televisivi (…) forse perchè la religione è diventa una cosa artificiale, tutta luci e niente ombre (…) forse perché la religione è stata ormai lentamente, sistematicamente provata dell’orrore (…) dell’idea che esistano e agiscano forze primordiali (…) Forse per tutte queste ragioni, ma più probabilmente per motivi che ci sfuggono, in un tormentato fine settimana della seconda metà del ventesimo secolo un prete cattolico venne messo alla prova.
Fino al principio del rito esorcistico, la trama è canonica (compresi i brividi): Susan Garth è quel che si dice una ragazza a modo. Caruccia, sguardo pulito, brava a scuola, la domenica in chiesa. Ha perso la mamma in un incidente di barca e vive da sola con il padre che forse non è il genitore devoto che vuole sembrare. Quella di Susan sembrerebbe comunque essere una vita alquanto normale. Finché dura. Un brutto giorno, infatti, la ragazza comincia a manifestare segni di squilibrio, o - per chi ci crede - evidenziare i prodromi della possessione diabolica: accusa malessere al primo profilarsi di un edificio religioso e una notte afferra alla gola l’anziano parroco dopo avere cercato di sedurlo. A dispetto del razionalismo in gran voga, il vescovo Crimmings non sottovaluta gli episodi, convinto com’è che dentro il corpo della giovinetta, alberghi di fatto la presenza del demonio. L’esorcismo è l’unica via da percorrere ma, a questo punto, è giusto sapere che i colpi di scena non si limiteranno all’esclusivo climax della storia (il rituale esorcistico). In ultima analisi:“I due esorcisti” è un romanzo che si legge d’un fiato (io ci ho messo un giorno e mezzo a finirlo) e se nel complesso può risultare meno disturbante de “L’esorcista”, la sua prosa è degnissima, il ritmo sostenuto, e il sotto-testo restituisce uno spaccato attendibile dell’America anni Sessanta e dei suoi valori di riferimento. Una nazione divisa tra pulsioni e rimozione, oscurantismo, razionalità ed eresia, in cui a pagare risultano spesso le anime fragili. Ottimamente tradotto da Claudio Carcano, “I due esorcisti” esce per la prima volta in Italia in questa edizione TEA. Onore al merito alla casa editrice, il romanzo vale la pena.
I due esorcisti
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