I famosi impermeabili blu. Leonard Cohen. Storie, interviste e testimonianze
- Autore: Massimo Cotto
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Massimo Cotto a Leonard Cohen, a p. 69: “Che cos’è una canzone per un poeta?”. Risposta:
“Una canzone è una cassetta di frutta a cui ci si può aggrappare quando il fiume entra in piena. Se sei fortunato, ti salva, a patto di essere sempre consapevole che una cassetta di frutta in un fiume in piena può scomparire tra i flutti da un momento all’altro”.
Ancora Massimo Cotto, più avanti, a p. 110: “Cosa è significato e cosa significa essere ebreo?” Cohen:
“Difficile da dire, perché non so cosa significhi non esserlo, non avendolo masi provato” (ride).
Ultimo esempio di botta e risposta. Si trova a p. 149 di “I famosi impermeabili blu. Leonard Cohen. Storie, interviste e testimonianze” (Vololibero Edizioni, 2016):
“Che cosa c’è di perfetto nel mondo?”. “Qualche anno fa ti avrei risposto il corpo nudo di una donna in una stanza rischiarata dalla luce della luna o dai tiepidi raggi del sole che si intrufolano dalla finestra”. “E oggi?” “Il corpo nudo di una donna”.
Incommensurabile Cohen. Icastico. Carnale. Lirico. Paradossale. Misterico Leonard Cohen. Uno che con la voce che si ritrova (avete presente lo scuro più scuro che c’è?) avrebbe potuto cantare l’elenco del telefono e sarebbe stato uguale. Uno che se anche avesse scritto solo The future sarebbe assurto a gloria autoriale nei secoli dei secoli. Il bello è che Cohen non lo ha fatto. Non ha cantato né l’elenco del telefono né scritto soltanto The future: da Suzanne in avanti ha inciso ballate in numero copioso, bellissime in quanto materiche e struggenti al tempo stesso: un esercito di canzoni indimenticabili. Un altro fatto vero è che Cohen è riferibile a Cohen, punto e basta. Non è riconducibile a Dylan (vogliamo metterla sul piano della timbrica vocale?), non a Springsteen (vogliamo metterla su quello della poetica?), e vi risparmio i paragoni con la sfilza di rocker dalla scrittura scolastica, più o meno belli e più o meno dannati. Leonard Cohen è semplicemente Leonard Cohen: un caposaldo. Poeta e scrittore - prima ancora che songwriter straordinario.
Ora che cosa succede se vita, canzoni & miracoli del suddetto incrociano la penna in assoluto più capace & colorata del giornalismo musicale italiano, alias quella di Massimo Cotto?
Succede che come dalla lampada magica di Aladino ne viene fuori il libro su Leonard Cohen. Una summa trasversale (biografia, interviste, opinioni) del suo macrocosmo. Un’articolata divagazione su temi, pensieri, ascesi, cadute, passioni e idiosincrasie coheniane. Un omaggio straordinario. Per forma, contenuti e compartecipazioni (racchiude, in pratica, le opinioni del gotha del pop/rock nazionale e internazionale). Le riflessioni di Massimo Bubola per esempio, fra le tante, mi sembrano deificare Cohen con intelligenza e per questo sono, come si dice, da incorniciare. Si trovano a p. 173 del volume:
“Ci ha insegnato (Cohen, ndr) a mostrarci nudi e a non nasconderci nella verbosità ampollosa del pop del nulla. Ha scavato e dissotterrato la nostra vita segreta e ce l’ha mostrata in prima persona, nudo, senza fronzoli, enfasi o retorica, ci ha insegnato a salire su una scala di lacrime e ci ha tolto la paura dell’onestà e del conformismo e ha portato la lirica antica e moderna a essere un unicum di desiderio, di perdizione, di redenzione e di resurrezione”.
“I famosi impermeabili blu” (molto curato anche sotto l’aspetto grafico) esce con il patrocinio del Club Tenco (prefazione di Enrico De Angelis), un proemio di Vinicio Capossela, e una mail di Francesco De Gregori. La partecipazione di quest’ultimo al volume ha, se non altro, dell’insolito e rimarca la caratura eccezionale del lavoro.
I famosi impermeabili blu. Leonard Cohen. Storie interviste e testimonianze
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