I fumi del vino
- Autore: Irene Némirovsky
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2018
I fumi del vino e Aino sono due brevi racconti della grande scrittrice Irène Némirowsky, poco noti in Italia, raccolti in un solo volume dal titolo I fumi del vino da Passigli nel 2018. Due racconti nei quali ritorna l’esperienza finlandese della scrittrice che, dopo la Rivoluzione d’ottobre, fu costretta a lasciare San Pietroburgo e a trasferirsi in una cittadina della Finlandia.
Le due storie raccontate si svolgono sullo fondo di un lungo e freddo inverno, durante il conflitto che vedeva coinvolti i finlandesi "rossi", costituiti da comunisti e socialdemocratici e i "bianchi", forze guidate dal Senato conservatore che cercava di mantenere lo status quo. Entrambe le storie sono pervase da un aura di malinconia, di sradicamento e di nostalgia per il passato.
In particolare, nel primo racconto “I fiumi del vino”, Irène Némirowsky richiama il saccheggio delle cantine imperiali, fatto realmente accaduto in Finlandia tra il 1917 e il 1918.
I protagonisti del racconto sono gli ufficiali fuggiaschi dell’Armata Bianca, i miliziani bolscevichi, i contadini e le donne, vittime di una soffocante cultura borghese che mira solo ad accumulare ricchezze e averi. I personaggi sono profondamente diversi l’uno dall’altro per estrazione sociale, età e valori in nome dei quali si battono, eppure sono accomunati da un forte desiderio di fuggire dalla Storia e da se stessi, anche per una sola notte, scivolando nell’oblio.
E così, sospinti da questo comune desiderio, contadini, miliziani e ufficiali decidono di raggiungere le cantine dei palazzi nobiliari ormai deserti, su cui sventolano le bandiere rosse, per assaporare il vino francese contenuto nei preziosi barili che era stato dichiarato illegale già molto tempo prima. In quella notte, la guerra, il dolore, la paura del futuro e la nostalgia del passato si dissolvono in una ubriacatura collettiva che riscalda la fredda e buia notte finlandese.
Le casse di champagne vengono sventrate a calci. (…) bevono, con la testa rovesciata, a occhi chiusi, e ritrovano con un piacere muto e selvaggio in quel gusto indimenticabile. Il vino scorre, sprofonda nella neve.
La notte sembra non finire più ma, si sa, nulla è per sempre. Arriva l’alba e la città si risveglia dalla sbornia collettiva. Ciascuno torna al proprio posto, nella propria divisa, nei propri vestiti o nei propri stracci.
La città intera è in festa. Una festa ripugnante e selvaggia. Che importa? Ciascuno ha la sua parte di sogno e di oblio.
Il secondo racconto, “Aino”, ancor più fortemente autobiografico, condensa in poche pagine la storia di una ragazza non ancora quindicenne, che si trasferisce forzatamente con la sua famiglia in una piccola cittadina della Finlandia. È sola, in un paese che non è il suo, dove non riconosce i colori, i profumi e i sapori della sua patria. Troverà in una lussuosa villa abbandonata, una storia di amore e di guerra che diventerà, per un breve periodo, il suo sogno e il suo rifugio.
Nelle pagine di questi racconti, ritroviamo molti dei temi cari alla Némirovsky: l’inesorabile trascorrere del tempo, lo sfiorire della giovinezza, la fragilità della vita, la nostalgia del passato, il ritratto spietato del modello borghese che accumula ricchezza e ritrova solo vuoto e solitudine.
Era giovanissima Irène quando scrisse queste pagine che mostrano il suo straordinario talento di scrittura e la sua capacità di indagare l’animo umano e di raccontarlo senza edulcorazioni o finzioni.
Chissà cosa avrebbe potuto regalare all’umanità questa grande scrittrice se la sua vita non fosse stata spezzata ad Auschwitz da una delle pagine più ignobili della storia dell’uomo.
I fumi del vino
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