I giochi della notte
- Autore: Stig Dagerman
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2011
Stig Dagerman è sicuramente uno tra gli scrittori nordeuropei contemporanei di maggior talento nei racconti brevi, per la sua capacità di sorprendere il lettore e di non lasciarlo mai indifferente di fronte alle sue storie con la sua originalità e sensibilità.
Il libro "I giochi della notte" (titolo originale dell’opera "Nattens lekar" pubblicato in Svezia nel 1947 ed in Italia da Iperborea nel 1996 con la traduzione di Carmen Giorgetti Cima), è una raccolta di 8 racconti di grande fascino e mistero, in cui lo scrittore svedese conferma attraverso l’importanza dei temi trattati la raffinatezza dello stile e l’imprevedibilità delle storie, la sua indiscutibile capacità di raccontare con sincerità il nostro tempo. La sua produzione è incredibilmente vasta nonostante la brevità della sua esistenza e, pur essendo vissuto tra il 1923 e il 1954, il mondo che descrive è ancora per molti aspetti simile a quello di oggi.
L’attualità dei suoi racconti va ricercata nella bravura con cui analizza le emozioni, i sentimenti più nascosti e i sogni dell’uomo contemporaneo, che superano i limiti geografici e temporali.
Questo libro prende il titolo dal primo, nell’ordine in cui vengono presentati nel testo italiano, di questi racconti. La storia narrata è quella di un bambino, Ake, che si diverte di notte con un gioco: immagina di essere invisibile. Questo gli consente di spostarsi da un luogo all’altro senza essere visto e in particolare di sfuggire al controllo degli adulti, che spesso non sono capaci di capire i problemi dei bambini e sono troppo duri o troppo egoisti nei loro confronti.
Raccontato in forma quasi onirica, sempre sospeso tra sogno e realtà, "I giochi della notte" è uno dei racconti più belli del libro, in cui il protagonista prova a sfuggire ad una realtà troppo difficile da sostenere per un bambino, caratterizzata dalla presenza di un padre quasi sempre ubriaco e poco presente ed una madre troppo severa verso il piccolo Ake.
Il grido disperato di dolore che chiude il racconto può simboleggiare la sofferenza di tutti gli altri protagonisti delle storie narrate da Dagerman in questo libro, in cui l’autore vuole dare voce a tutti coloro che spesso nella vita non vengono ascoltati come i deboli, i miti e i bambini, così importanti nella produzione letteraria di questo scrittore.
Sono molto belli anche i racconti "Nevischio" e "Uomini di carattere", senza dimenticare i misteriosi "Lo sconosciuto", "Gli implacabili" e "La torre e la fonte", in cui la genialità dell’autore è arricchita dalla sincerità con cui narra la vicenda, senza nasconderci anche gli aspetti duri della vita.
Tra i racconti più belli c’è sicuramente "Nevischio", in cui l’autore apre con "No, un pomeriggio così non si ripeterà mai più" e che narra la storia di un bambino, Arne Berg, orfano di padre che vive in campagna con la madre, uno zio e il nonno materno. La vita del piccolo protagonista è cambiata da quando è scomparsa la nonna e il bambino soffre terribilmente per la sua perdita, ma il racconto è incentrato sull’attesa per l’arrivo dopo molti anni di una misteriosa zia, sorella di suo nonno, proveniente dall’America per fare una visita alla famiglia. Un’ondata di gelo, nonostante sia solo ottobre, crea un’atmosfera affascinante e l’incontro commovente con questa parente che giunge da lontano, rende il racconto malinconico ma anche incredibilmente affascinante.
Lo "Sconosciuto" si distingue per l’atmosfera misteriosa che caratterizza ambientazione e personaggi. La vicenda è ambientata in una casa dove in una serata di brutto tempo un uomo e una donna sposati si mettono a guardare vecchie fotografie, ma il marito scopre con grande disappunto della moglie di non riconoscere né i luoghi, né il periodo in cui le foto sono state scattate. L’autore rende il racconto estemamente coinvolgente, mettendo a poco a poco in dubbio l’identità dell’uomo sia agli occhi della donna che del presunto marito. La storia assume un contorno quasi giallo con un finale drammatico e al tempo stesso sorprendente.
Le persone che amano il lieto fine sappiano che in questi racconti non lo troveranno, perché Dagerman non sa fare a meno di avere uno sguardo malinconico e a volte pessimista sulla realtà, ma ciò non toglie bellezza, mistero e fantasia alla sua narrazione. I desiderio di evadere dalla realtà, spesso difficile da accettare, viene realizzato attraverso una narrazione onirica in cui il lettore viene trasportato nella narrazione, attraverso luoghi sconosciuti e senza tempo.
"I giochi della notte sono più belli di quelli del giorno perchè di notte si può essere invisibili"
Attraverso questa tecnica l’autore fa sognare il lettore conducendolo in una dimensione più bella, lontana dai problemi e dove, per lui, è ancora possibile immaginare un mondo migliore.
I giochi della notte
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