I killer non vanno in pensione
- Autore: Francesco Recami
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2022
Walter Galati è il Gran Visir di tutti i falliti.
Impiegato scrupoloso lavora, senza speranza di carriera, nella Direzione Provinciale dell’INPS di Treviso, dove è sfruttato dai colleghi d’ufficio, perdigiorno e ladri, terrorizzati da una imminente visita di controllo da parte dell’ispettrice ministeriale Marta Coppo. Mancano diversi milioni di euro e qualcuno se ne è finalmente accorto. A casa è bistrattato dalla moglie Stefania, esigente, capricciosa e soprattutto rancorosa che non esita a ricordargli la sua modesta situazione lavorativa – in altre parole uno stipendio misero - e si consola con un gigolò. E come non bastasse ad attenderlo c’è pure un viziatissimo barboncino di nome Fufi.
Insomma, Walter Galati sembra o meglio è una nullità, se non fosse che ha una seconda vita, di cui nessuno sospetta l’esistenza: perché in realtà lui è un abilissimo killer. Tempo orsono un’invisibile Agenzia lo aveva assoldato per simili incarichi, molto ben pagati, che lui con assoluta perfezione aveva sempre portato felicemente a termine. E di successo in successo passano gli anni e Walter inizia a porsi una domanda che solo le persone a fine carriera fanno: ma i killer vanno in pensione?
Perché, che lui sappia, non esiste una categoria killer pensionati all’INPS e quando gli giunge un nuovo incarico da svolgere nell’isola di Procida ai danni di un innocuo residente, comincia ad avere dei dubbi. E se l’Agenzia avesse preparato una trappola per farlo fuori? E a partire da questa strana missione la storia del romanzo si complica, abbondano i colpi di scena, nascono trame che si intrecciano fra loro e catturano il lettore, trascinandolo di colpo di scena in colpo di scena fino ad un finale catartico.
I killer non vanno in pensione (Sellerio, 2022) di Francesco Recami è un noir ambientato in una provincia veneta (ma non solo) popolata da personaggi bizzarri, il quale per un verso ricorda i romanzi d’appendice ottocenteschi e per l’altro è una divertente parodia dell’odierno romanzo criminale.
Opera brillante e paradossale che mette alla berlina i costumi italici, i luoghi comuni ridicoli, le assurde credulità sacre e profane, le ipocrite distinzioni di bene e male, che caratterizzano il nostro Paese, dove in ogni persona convivono mille idee, spesso fra loro apparentemente inconciliabili.
I killer non vanno in pensione
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